Trama:Catania, 1939. Il sogno di Sasà, ventun anni, garzone in una falegnameria, è quello di lasciare il quartiere di pescatori dove vive insieme alla madre, partire per mare e vedere il mondo, magari insieme a Michele, il ragazzo di cui è innamorato. Ma lui, al contrario, ha piani diversi per il futuro. È il primogenito di una famiglia borghese, di cui non ha mai deluso le aspettative: prestante fisicamente, è vicino alla laurea in Lettere e sposerà una giovane alla sua altezza. Sarebbe il perfetto fascista se non fosse per l’amore che lo lega a Sasà, in una relazione segreta che dura ormai da un anno. Una notte, in spiaggia, però, i due vengono sorpresi e arrestati dai carabinieri, e le loro strade si dividono. Sasà viene condotto a San Domino, l’isola degli «invertiti», degli «arrusi», dove vengono confinati gli omosessuali, puniti e resi invisibili alla società perché colpevoli di attentare alla morale e all’integrità della razza. Di fronte ai racconti appassionati e romantici degli altri detenuti, nonostante l’orrore della prigionia, il ragazzo per la prima volta si sentirà parte di qualcosa. Michele, al contrario, sarà costretto a scendere a patti per avere una vita che crede migliore. Uno dentro, l’altro fuori, si renderanno presto conto che la vera libertà è essere se stessi e amare chi si vuole. Gli scordati è un esordio che lascia il segno, un romanzo sull’amore incondizionato e la ricerca della propria identità, ispirato alla vera storia della prigione dell’isola di San Domino, dove venivano confinati gli omosessuali durante il fascismo.
Sperling & Kupfer
Recensione: Durante il regime fascista, essere omosessuale, o meglio, un arruso, come si suole dire in Sicilia, era contro legge, pertanto, meritava l’esilio, il confino.
Emanuele Firinu, traccia le linee di un passato un po’ sottovalutato, narrativamente parlando. Ci conduce a San Domino, nelle Tremiti dove un tempo veniva rinchiuso chi non aveva gusti sessuali “normali”.
La storia d’amore tra Sasà e Michele ha vita breve: i due vengono sorpresi insieme e se mentre il primo viene di corsa gettato insieme agli altri come lui, il secondo, tra una negazione ed il padre influente, riesce a mantenere una vita libera.
La vita libera di Michele, lo sarà solo apparentemente, vivrà col rimorso, per giunta sposato con una donna che non ama, condurrà una vita non sua, forse anche da vigliacco.
Sasà, conoscerà le ristrettezze del carcere, l’isolamento, gli stenti, ma sarà circondato da personaggi divertenti, simpatici, ironici e saggi che lo aiuteranno ad andare avanti. Tra questi spiccano Pierina e Rosa: uomini a cui piace vestirsi ed atteggiarsi come donne, per questo motivo visti ancora più come “strani”.
La penna di Firinu è accurata, emotiva, anche se la narrazione in alcuni punti mi è parsa un po’ statica, ferma.
Impossibile non amare Pierina, che soprattutto all’inizio mi è sembrata una brutta copia di Bambinella di De Giovanni, ma poi, assume una sua personalità.
Un buon esordio su un tema interessante ed originale.
Emanuele Firinu (1998) è nato a Pinerolo ma è cresciuto in giro per l’Italia, trasferendosi frequentemente di città in città. Oggi vive a Milano, dove nel 2020 si è diplomato in Sceneggiatura presso la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Negli ultimi anni, ha collaborato alla sceneggiatura di un lungometraggio per Eliseo Entertainment e, dopo una breve esperienza come autore televisivo, attualmente lavora allo sviluppo di una serie tv per Banijay Studios Italy.