Un’agenzia della Reuters afferma che Google ha sospeso ogni attività con il colosso tecnologico cinese Huawei dopo il bando deciso dall’amministrazione Trump. Malgrado le rassicurazioni di Google che afferma:
“Ci stiamo conformando all’ordine e stiamo valutando le ripercussioni. Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect , continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti”, e quelli della stessa Huawei: “Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, coprendo sia quelli già venduti sia quelli in stock a livello globale” c’è il problema concreto che i prossimi dispositivi Huawei non potranno disporre di app fondamentali come Youtube, Google Play Store, Maps e tantissime altre app dell’ecosistema Android. Bisogna precisare che Android rimane un sistema open source quindi Huawei potrà personalizzarlo con proprie app, rimane il fatto che unostrappo del genere sarebbe stato impensabile.
Contemporaneamente, riporta Bloomberg, le aziende Usa produttrici di chip e microchip come Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom si sono adeguate alla linea dettata dall’amministrazione Trump e hanno tagliato i ponti con Huawei, congelando le forniture destinate al colosso tecnologico cinese.
Cosa cambierà per gli utenti italiani?
Chi possiede già uno smartphone Huawei non dovrà preoccuparsi: potrà continuare ad accedere ai servizi Google Play e scaricare gli aggiornamenti di sicurezza. Gli effetti si sentiranno nel medio termine: chi acquisterà un dispositivo Huawei sin dalle prossime settimane potrebbe avere problemi con le app dell’ecosistema Google e con l’accesso al Play Store e con il download degli aggiornamenti di sicurezza. Impossibile, sin da adesso, scaricare gli aggiornamenti di Android. Huawei P30 Pro e tutti gli altri dispositivi della casa cinese non riceveranno Android 10 Q.
La messa al bando di Huawei, però, potrebbe avere, in futuro, un impatto ben maggiore. Il produttore cinese è tra i principali partner degli operatori telefonici italiani nello sviluppo della rete 5G. Una messa al bando anche in Europa li costringerebbe a rivedere i piani di implementazione della nuova tecnologia, causando ritardi nell’adozione nel nostro Paese.