Trama: Con uno stile fluido e coinvolgente, una voce narrante evocativa e suggestiva, la Squitieri accompagna il lettore attraverso le vicende di Diana e Serena, due amiche che vivono la stessa sorte dalla nascita: entrambe sono state abbandonate e adottate. Le due sono inseparabili fino a quando Serena non dovrà seguire la famiglia altrove. Inizia così un rapporto epistolare grazie al quale Diana ripercorre l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza, condividendo con Serena i momenti più significativi della sua vita. Fino a quello cruciale in cui scoprirà di essere stata adottata. Tra ricordi teneri, dubbi dolorosi, coraggio e determinazione, Diana matura la consapevolezza dei propri sentimenti nei confronti della madre adottiva, del padre adorato, delle figure che le volteggeranno intorno e di cui spesso non sentirà il calore. Una lucida introspezione, raccontata con uno stile delicato ma diretto, senza fronzoli. Due voci, o forse una. Due amiche, due anime. O, forse, una donna allo specchio…
Capponi Editore
Recensione: I rapporti con i genitori non sono mai idilliaci e perfetti al 100%, in ogni caso, anche quando si parla di adozione. La madre senza “difetti” non esiste, non è di questo mondo, ma bisogna accettarlo. Gli scontri e le incomprensioni sono all’ordine del giorno, ma la mamma è sempre la mamma e come tale, alla fine di tutto noi la veneriamo anche per questo. Ma non è così per tutti. Diana, la protagonista è, il ritratto dell’insoddisfazione: non si sente amata, non si sente accettata, non riesce ad instaurare un rapporto con la madre adottiva, c’è sempre qualcosa che non va. Trova nella madre della sua amica Serena un’ideale di genitore e ne soffre perché non può viversi la sua condizione di figlia come vorrebbe. Resta quasi insensibile alla morte della sua di mamma, continua a vedere il padre come un principe azzurro soprattutto quando questo si risposa con Giovanna. Giovanna, finalmente una madre come si deve, come Diana ha sempre sognato,ma… Dopo la perdita del marito, Giovanna entra in una profonda depressione ed apatia che la porterà alla morte. Ed anche in questo caso Diana si dimostrerà l’egoista di sempre evitando di aiutare la donna in difficoltà, non pensando che in quel caso il ruolo madre-figlia aveva bisogno di essere completamente capovolto. Ripeto, l’egoismo ha il volto di Diana che non ammetterà mai di star sbagliando, neanche quando Serena, la sua amica/coscienza cerca di redarguirla usando anche parole forti. La protagonista è completamente cieca, non andrà al capezzale di Giovanna, non la seguirà nelle esequie reagendo così a quello che lei ritiene l’ennesimo abbandono, l’ennesima delusione. Solo dopo anni riuscirà a fare pace con se stessa ed a trovare un po’ di serenità.
Purtroppo non ho provato simpatia per la protagonista, non l’ho trovata per nulla forte e combattiva, ma solo fortemente irritante. Vede tutto nero, crede che gli avvenimenti cerchino di spingerla sul fondo, mentre invece è lei a voler cadere. Immagino quanto sia complicato scoprirsi adottati, ma in questo caso, il carattere problematico di Diana era evidente già prima di tale scoperta.
Una scrittura spesso ridondante, ma dura, incisiva e graffiante.
Claudia Squitieri
Nata a Napoli nel 1971. E’ sociologa e mediatrice familiare. E’ stata impegnata come operatrice sociale presso un centro di accoglienza per minori. Dopo il matrimonio l’arrivo di due gemelle, la normalità e un buio durato a lungo… fino a conquistare con determinazione una nuova vita, nuove speranze, nuovi progetti – ma sempre con lo stesso marito e le gemelle “tutto pepe”. Una famiglia “on the road”, sempre in movimento, perché dietro l’angolo ci sono nuove opportunità da cogliere e ogni viaggio rappresenta per Claudia l’opportunità di scoprire quanto la vita sia meravigliosa e sorprendente. Attualmente, scrive per una testata giornalistica on line, recensendo libri che divora. Ha deciso di mettersi alla prova come autrice: “Graffi” è il suo romanzo di esordio. Sognatrice, crede che nella vita tutto possa accadere.