Stanno facendo il giro del web le foto dei fratelli Del Re, ovvero coloro i quali, secondo gli inquirenti, hanno organizzato, lo scorso 3 maggio, l’agguato a Piazza Nazionale, durante il quale è stata ferita al petto la piccola Noemi. Si è aperta una vera e propria gogna mediatica nei loro confronti e, sinceramente, è difficile dispiacersene. Non è assolutamente nostra intenzione rispolverare le superate teorie della fisiognomica, ma, già solo a vedere i loro volti, sembra di trovarsi dinanzi a dei cliché viventi, in quanto totalmente corrispondenti al prototipo del criminale. Se uno in testa dovesse infatti figurarsi l’immagine del camorrista, essa sarebbe esattamente come quella dei due arrestati; orrendi personaggi di Gomorra, con la differenza che loro, purtroppo, non sono all’interno di un fosco sceneggiato televisivo. E poi, sguardo cupo, atteggiamento beffardo, ostentazione di durezza e virilità nel modo di camminare… semplicemente ridicoli in tutta la loro feroce disumanità, in tutta la loro assenza di empatia. Dando una rapida occhiata al profilo Facebook di Armando, si nota subito che ha dei figli, di cui uno più o meno della stessa età della bambina che ha quasi ammazzato, ed è allora inevitabile definirlo appunto disumano, perché in lui non alberga nessuna coscienza, neppure quella del genitore. Egli è praticamente un terrorista, in quanto la sua azione è stata non solo contro un suo rivale, ma contro tutta la nostra comunità e ha colpito Noemi, figlia di tutti noi, perché davvero poteva essere nostra figlia.
Allora osserviamoli, nella loro inadeguatezza alla civiltà, nella loro appartenenza ad un’altra specie: Armando, 28 anni, e Antonio, diciottenne, il quale pare abbia collaborato sia per la tentata esecuzione sia per garantire la fuga al fratello. Il primo, infatti, è stato arrestato in una stazione di servizio sull’autostrada all’altezza di Siena, mentre in auto – gran bel macchinone, acquistato con i soldi di chissà quale affare sporco – si trovava in compagnia della madre e della moglie. Era diretto al carcere di San Gimignano, dove è detenuto il padre, probabilmente per chiedere a lui consiglio. Perché sì, e c’era da aspettarselo, il padre, Vincenzo Del Re, detto ‘A Pacchiana – come una nota piazza di spaccio, tra Scampia e Melito – è stato un boss della camorra, vicino al clan Di Lauro nello smercio della droga. Siamo, con buona evidenza, dinanzi alla classica famiglia di malavitosi, dove il male si trasmette per generazioni, esattamente come una brutta malattia che però, purtroppo, non uccide loro, ma chi li circonda. Anche gli altri fratelli dei due, non a caso, sono tutti pregiudicati. La famiglia Del Re, ricchi proprietari di diverse attività gestite tramite la consueta pratica dei prestanome; loro, come altri, sono le metastasi che attanagliano la città più bella del mondo, quella Napoli che non meritano e che non rappresentano. E ci sarebbe, a questo punto, seriamente da interrogarsi per introdurre una misura, che in tanti stanno proponendo, la quale vada a togliere la patria potestà ai camorristi, in modo da cercare di spezzare questo loro cordone ombelicale che è, invece, un cappio per il nostro territorio.
In tutto ciò, un ringraziamento speciale va agli uomini e alle donne che, in queste ore, hanno lavorato alacremente, con un’azione coordinata, per arrivare al fermo dei due responsabili; cruciali sono state le telecamere di videosorveglianza lungo il tragitto percorso dallo sparatore. Un sentito grazie va pure al personale medico del Santobono, che ha in cura Noemi. Le condizioni di salute della piccola, come reso noto, iniziano migliorare. Commoventi sono state quelle immagini dei molti cittadini che, con tanto di candele, sono accorsi davanti all’ospedale per una veglia collettiva.
Ora, attendiamo l’esito del processo; davanti al Gip di Siena, con i suoi legali, Armando si dice innocente, sebbene l’impianto accusatorio sembri alquanto schiacciante. Auspichiamo, dunque, che la Giustizia faccia pienamente il suo corso e auspichiamo che, d’ora in avanti, da parte delle istituzioni si attivino delle riflessioni serie per una concreta politica di contrasto alla camorra.