I grandi classici sono la colonna portante della storia della letteratura. In età adolescenziale vengono guardati con timore e spesso letti con gran noia: rappresentano un obbligo per lo studente, una tortura e punizione inferte dall’insegnante. C’è chi giura di non volerne più sentir parlare e chi, invece, scopre un mondo meraviglioso.
Il terrore è reverenziale, spesso la mole degli scritti è considerevole, le descrizioni possono dilungarsi portando il lettore a saltare capitoli interi a piè pari. Ma c’è anche chi li ama profondamente.
Longanesi è la casa editrice responsabile di una trovata a dir poco geniale: I GRANDI CLASSICI RIVEDUTI E SCORRETTI. Sì, proprio così, scorretti. Si tratta di una raccolta esilarante dei cinquanta libri più famosi della storia di tutta la letteratura mondiale scritta con un’intelligente ironia dai creatori di una delle più folte community di tema letterario e culturale di Facebook, la pagina Se i social network fossero
sempre esistiti, Francesco Dominelli e Alessandro Locatelli, seguita da circa un milione e trecentomila utenti.
Possiamo definirlo un Bignami, dove la letteratura viene contaminata da richiami moderni e racconta alcuni tra i più celebri capolavori di ogni tempo. Le sinossi sono affiancate da curiosità o fatti (veri) poco noti, gli autori propongono insospettabili abbinamenti musicali, riportano proverbi, a volte inventati, altre originali, improbabili citazioni ed illustrazioni di Stefano Bucci.
Si apre con Orwell, chiudendo con London passando per Omero, Goldoni, Ariosto, Rowling e Alcott. Si scopre, grazie allo “sfottotitolo” che Alice (quella del paese delle meraviglie) è una ragazza che per un tiro di canna in più si crede S.Francesco; Don Chiscotte è un anziano affetto da cataratta e scambia lucciole per lanterne; Gregor Samsa (La Metamorfosi) è un giovane dalla scarsa igiene personale che perde la casa per essere stato sloggiato da una ditta di disinfestazione.
Che altro aggiungere? Nulla, deve solo essere letto, regalato, divulgato. Un condensato di ironia che farà sbellicare chi i classici li legge con passione ed incuriosire chi invece li evita come la peste. Un regalo furbo che ogni insegnate di lettere dovrebbe fare ai propri studenti.
Mark Twain asseriva: “Un classico è un qualcosa che tutti vorrebbero aver letto e nessun vuol leggere”, bene mio caro Mark, da oggi non sarà più così.