Si intitola L’inganno di un mondo ideale l’album della band lombarda Nonnon composta da Alec Gardini, Dario Gubbiotti, Domenico Peluchetti, Luigi Viani, Roberto Pittet,Paolo Ghirardelli. Undici brani belli ed originali che parlano della crescita, personale e musicale, di ispirazioni e metamorfosi, di dolori amorosi e sociali. Il Prologo (o preludio all’inganno) parla del passaggio di un ragazzino all’essere uomo, perdendo per sempre la spensieratezza; Riccolo, racconta di un giovane studente che prende il coraggio a due mani per dichiararsi alla donna che ama e la loro diventa una storia d’amore; Choryphanta, racconta invece della fine di un amore, il dolore e il distacco che da essa ne proviene e che viene manifestata con la rabbia; rabbia che viene poi espressa appieno in Riflessi, in cui si parla di un addio definitivo, immaturo e straziante. Questo bel viaggio è la pausa di riflessione di una coppia vista dalla metà innamorata e che rifiuta questa eventuale rottura, difendendo il sentimento a tutti i costi. Nea, è il cambiamento, la metamorfosi personale, trascendendo gli altri raggiungendo se stessi; Nina: elogio a una persona che sta per morire, ma che lascerà la sua bontà e la sua bellezza comunque nel mondo. Fine condanna, il ritratto di Fermin Romero de Torres, personaggio de L’ombra del Vento, di Zafon, che incarna i valori di solidarietà, amicizia, umanità e passione. Novantanove, è il racconto di un’avventura amorosa che però non può essere dimenticata e resta indelebile nella mente di chi l’ha vissuta. Abdouka, la storia vera, scritta 15 anni fa, di un ragazzo colto e intelligente costretto ad attraversare il mare per poter vivere dignitosamente. Le buone maniere, una critica alla società moderna che sta scatenando una vera rivoluzione, seppur in modo composto. L’inganno di un mondo ideale, cosa ci dovrebbe essere in un mondo perfetto? Amore, giustizia, bene.
Due chiacchiere con i Nonnon:
1) Cosa sancisce il passaggio dai “Nemesi” ai “Nonnon”?
Ciao! Beh, è un passaggio tanto banale quanto importante nella nostra storia. Abbiamo cominciato ad esibirci dal vivo quasi per gioco e, come quasi tutti, facendo cover…più o meno commerciali, ma sempre cover. Poi il percorso ci ha portato alla volontà di trasmettere qualcosa di nostro, di provare a trasmettere emozioni con un prodotto personale. E così nascono i Nonnon, “oggetti del tutto assurdi, variegati, bucherellati, nodosi come certi fossili… posti davanti a uno specchio folle diventano meravigliosi… (vedi “Invito ad una decapitazione” di V. Nabokov). Nella metamorfosi qualcuno è andato, qualcuno è arrivato e tornato, qualcuno ha pure subito un upgrade (ahahahah! ) Insomma, ogni giorno è un piacere essere un Nonnon!
2) Siete in sei: vi riesce facile accordarvi sulle scelte musicali e non?
Se dicessimo facile mentiremmo. Non è mai semplice mettere d’accordo sei punti di vista differenti. Eppure questa difficoltà abbiamo trovato il modo di trasformarla in un’opportunità. Ci siamo detti che, se fossimo stati capaci di convogliare e sintetizzare tutte le nostre migliori idee in un unico prodotto originale, avremmo avuto tra le mani di certo un pezzo interessante, raro e inestimabile. Potremmo davvero definirci un crogiolo di suoni, un esperimento chimico alchemico. Se dovessimo citare ad esempio una nostra canzone, per spiegare questo processo creativo, di certo sarebbe: “Le buone Maniere”. Riuscirete a distinguere una parte di ognuno di noi all’interno del brano.
3) A quali autori vi ispirate maggiormente, quali sono le vostre maggiori influenze?
Come dicevamo, essendo in sei le influenze non sono poche e non sono per nulla omogenee.
Partiamo dal cantautorato italiano e dai grandi gruppi italiani degli anni 80 e 90 fino al rock americano e anglosassone 70/80/90, passando senza troppo pudore attraverso folk, prog e metal.
4) Indipendenti: non siete legati ad alcun genere musicale nello specifico. Cosa volete trasmettere al pubblico?
No, in effetti non siamo classificabili in un genere. Effettivamente potremmo essere definiti “indie”…ma un amico ci ha spiegato (e ne siamo assolutamente convinti) che indie è un modo comodo per dire tutto e niente, collocando in un contenitore tutto ciò che non si riesce a delineare. Noi suoniamo quello che ci emoziona, che ci fa dire: “si, ecco! Dobbiamo farla così” ed è proprio quello che ci piacerebbe trasmettere al pubblico. Se un ascoltatore si emozionasse per lo stesso passaggio, per la stessa frase, per lo stesso assolo per cui ci emozioniamo noi…ecco, sarebbe un momento perfetto!
5) “L’inganno di un mondo ideale”, un disco molto bello, in cui avete concentrato molto di voi immagino. Chi scrive i testi delle canzoni?
Anzitutto grazie per i complimenti. È assolutamente un disco nostro prima che di tutti gli altri. Tutto quello che sentite ha passato la selezione di sei innamorati della musica super esigenti e anche un pochino maniacali (anche per questo motivo il disco ha avuto una gestazione pachidermica).
I testi li ha scritti quasi tutto Dome, ad eccezione di Novantanove (Gigi) e Nea (Paul). Non c’è comunque una regola… chi ha del materiale lo propone e da lì si parte e si sviluppa un progetto comune.
6) Avete un tour in programma? Dove è possibile acquistare il vostro album?
Abbiamo alcune idee per il futuro ma non si possono chiamare tour. Ci piacerebbe tematizzare il disco in una serata, raccontandolo quasi. Ci stiamo un po’ sbattendo la testa. E poi parallelamente vorremmo sviluppare un Ep che lo possa affiancare.
L’album si acquista brevi mano o contattandoci tramite le nostre pagine social. È disponibile anche in formato digitale sulle maggiori piattaforme di distribuzione musicale, inoltre è a scaffale anche al DISCO STORY, leggendario rivenditore di dischi della Valle Camonica e punto di riferimento per chi ancora ama i supporti fisici! Per noi questo è motivo di orgoglio e ringraziamo tantissimo lo staff del negozio per averci dato spazio e visibilità!
E allora lasciatemi fare i complimenti e i migliori auguri a questi ragazzi veramente splendidi e talentuosi! Un in bocca al lupo palindromo per i Nonnon!