Il 23 aprile 2020 la Giornata Mondiale del Libro sarà sottotono, per lasciare il passo a la festa perenne dei libri: “Messaggeri del pensiero – secondo la scrittrice Annavera Viva- e in ognuno di essi c’è una parte dello scrittore”
“Leggere è una libertà che possiamo sempre concederci e condividere con gli altri anche se distanti. Una delle sensazioni più belle è il poter condividere opinioni e spunti di riflessione con persone che hanno fatto le tue stesse letture. Si crea un’intimità, una comprensione immediata, quasi una fratellanza che, diversamente, servirebbero degli anni per crearla”. Esordisce così Annavera Viva, la scrittrice salentina e napoletana di adozione, che per la Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore, il prossimo 23 aprile ricorda a tutti quanto sia importante oggi come ieri il ruolo dei libri dichiarando “Io credo che il contributo culturale dei libri in un momento in cui la vita normale, ha lasciato il passo a incertezze e paure per il futuro, sia importante esattamente come lo era prima, ne più ne meno. Noi uomini siamo sempre stati incerti e spaventati. Tormentati dall’idea della morte. Da tutto ciò che riteniamo inspiegabile. Ci siamo sempre trovati soli davanti all’ignoto, con una serie di domande fondamentali alle quali non siamo riusciti a dare una risposta. E, per quanto la nostra immagine esteriore sembri sicura e determinata, siamo gli stessi che correvano al riparo nelle caverne alla minaccia del buio. Non è cambiato nulla da allora, e le cose che fanno più paura sono sempre le stesse, le minacce su cui non abbiamo nessun potere.” La Giornata del Libro era occasione di festeggiamenti e incontri sociali e culturali, anche lei ne ha sicuramente fatto parte. Come ha rinunciato in questo periodo alle presentazioni, alla vicinanza del pubblico, e quanto è importante per un autore incontrare la massa critica? “Il contatto con il pubblico è davvero importante per un autore, perché è un momento di scambio d’idee molto fecondo. Ma è un legame che una volta formato non si spezza. E spesso si crea senza neanche il bisogno di incontrarsi, come succede a noi con gli autori del passato. Con il vantaggio che nell’epoca digitale, le persone hanno un’infinità di modi per rimanere in contatto. Quello che è davvero importante che continui a viaggiare sono i libri, sono loro i messaggeri del pensiero e in ognuno di essi c’è una parte dello scrittore. Quanto pensa sia importante la voglia di lettura e quanto danneggia una società che non si ciba di libri e cultura? “Rispondo con un’affermazione della Fallaci Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla. Ed ecco il rischio, non avere una cultura mette in serio pericolo la propria libertà”.