Classe 1993, di Lecce. Cresciuto artisticamente col RAP per quanto oggi non sia propriamente un rapper. Ha lavorato da solista (alias COLPA) ed in gruppo (BADFELLAS, 73100MOB), avendo modo di levarsi già varie soddisfazioni: Centinaia di migliaia di visualizzazioni con i suoi brani da solista ed in gruppo; la produzione di uno skit per lo “Zoo di 105”; secondo posto al “Global Rap Superstar Italy” e collaborazioni con artisti conosciuti a livello nazionale come OG EastBull e 23.7. Ritiene però acerbi molti suoi lavori precedenti. Dopo una pausa dalle scene nel 2019 firma con la JEANS (Etichetta fondata negli anni 70 da R. Cocciante, M. Luberti A. Bettini, P.A. Cassella), ritorna col suo nome anagrafico e un nuovo lavoro: BOMBAROLO, un breve concept album che fonde sonorità attuali e passate, ispirato dalle opere di Fabrizio De André e in particolare dal personaggio omonimo dell’album del cantautore genovese Storia di un impiegato. “La Ballata dei Dimenticati” il singolo che ha anticipato l’uscita dell’EP.
Nel disco Mattia Mariano esplora la parte più oscura e negativa della persona dando vita ad un personaggio, Plaqo, che è il protagonista dei 5 brani che costituiscono i 5 capitoli di questo racconto.
Profondamente ispirato dalle opere di Fabrizio De André, Bombarolo è un mix di linguaggi e sonorità odierne con riferimenti e citazioni, sia nel testo che musicali, allo stesso cantautore immortale di Genova.
“Questo progetto nasce dall’esigenza di reinventarmi” – dice Mattia Mariano – “dopo il mio percorso nel rap. Ho provato a portare un personaggio come “il Bombarolo “di De André nella mia realtà, così è nato Plaqo il protagonista di questo Concept. So che è una scelta rischiosa avvicinare Trap e Canzone D’Autore ma ci tenevo a ripartire in questo mio nuovo percorso con un tributo ad un’artista come De André che ha contribuito a cambiare il mio modo di vedere la musica.”
“La Ballata dei Dimenticati” segna il capitolo finale di questo racconto in 5 episodi. È un pensiero rivolto a tutti i cosiddetti “ultimi”. Il brano chiude la storia di PLAQO che qui lascia trasparire il suo lato umano. Presa coscienza di essere un “dimenticato” ormai abbandonato a se stesso al pari di tossici, prostitute e delinquenti, non gli resta che pregare per lui e gli altri come lui prima di fare i conti con Dio.
Questo promettente artista ci ha concesso quattro chiacchiere per conoscerlo meglio.
Allora Mattia, un progetto arduo quello di avvicinare la trap a “IL” cantautore per eccellenza: Fabrizio De Andrè. Come nasce questa idea?
Nasce dal mio bisogno di reinventarmi. Ho sempre fatto musica rap, a 26 anni iniziava a “pesarmi” l’idea di vincolarmi ad un genere musicale.
In questa fase ho iniziato ad approfondire generi diversi, anche il cantautorato. Fabrizio De André è sicuramente l’artista con cui ho empatizzato di più.
Cosa rappresenta per te il “Bombarolo”?
E’ un po’ la Luna Nera delle persone, tutti abbiamo pensieri cattivi che abbiamo paura di raccontare anche a noi stessi. Ho amato l’idea di poter reinterpetare questo personaggio perché permette di non nascondere alcun sentimento e pulsione umana, è fastidiosamente sincero. Il Bombarolo di De André è un uomo goffo, senza alcun talento. E’ la storia folle di un uomo normalissimo.
5 brani molto forti: qual è il più grande messaggio che vuoi trasmettere?
Non nascondersi, esprimersi senza paura. Bisogna correre il rischio di non essere capiti.
Parlaci dei tuoi prossimi progetti
Con la mia etichetta Jeans Edizioni Musicali stiamo innanzitutto cercando le migliori soluzioni per poter presentare questo progetto live.
Sto iniziando anche a scrivere nuovi brani, sarà un 2020 interessante.
A cosa bisogna “resistere” oggi?
Un po’ a tutto. Il mio concetto di “resistenza” è molto ampio, bisogna resistere ad una quotidianeità schematica. Bisogna esporsi.
Chi è Plaqo? Cosa rappresenta?
Plaqo è il nome del “mio” Bombarolo, nasce da un gioco di parole col mio vecchio nome d’arte (Colpa). Rappresenta sicuramente l’inizio di un nuovo percorso musicale, con un nuovo nome e nuove storie da raccontare.