Considerato un settore economico vivo e in piena salute che arricchisce il nostro erario, il gioco d’azzardo è un mondo non privo di ambiguità e criticità, da tempo al centro di numerosi dibattiti. C’è chi vorrebbe estendere ulteriormente le direttive severe del Decreto Dignità e chi, invece, trae beneficio dal gioco d’azzardo come le società sportive, gli impiegati del settore e i gestori.
Chi gioca in Italia: numeri e riflessioni sulla diffusione del gioco d’azzardo
Recentemente, il Cnr ha messo a disposizione uno studio attento e puntuale redatto dall’Istituto di fisiologia clinica di Pisa. In esso emergeva chiaramente come i giocatori dal 2010 al 2017 siano notevolmente aumentati: nel 2014 ad aver giocato almeno una volta erano stati 14 milioni di individui, cifra che nello scorso anno è salita a 17 milioni. Di questi, 1,4 ha utilizzato le piattaforme online.
Nello stesso studio si sottolineava come il 42,8% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni abbia puntato su un evento sportivo o partecipato a un gioco a premi nei dodici mesi dell’anno.
Tra il 2010 e il 2017 il volume complessivo delle scommesse sportive ha visto un aumento di 10 punti percentuali, rimanendo in ogni caso a debita distanza dai giochi più amati e apprezzati, su cui spicca il Gratta&Vinci, preferito da ben il 74% dei giocatori e il Lotto e Superenalotto, amati da più della metà degli appassionati.
Occorre invece mettere in luce come ci sia stato un calo piuttosto netto dell’interesse dei giovani nei confronti del gioco: nel 2017 ad aver giocato almeno una volta è stato 1 milione di studenti a fronte dell’1,4 milioni del 2010.
I rischi connessi ai casinò game e alle scommesse. Panoramica di una percezione
Un dato su cui è importante riflettere attentamente è che ben il 39,1% dei giocatori ritiene che giocando sia possibile arricchirsi, mentre tra le fasce più giovani della popolazione attecchiscono idee prive di fondamento, come quella secondo cui l’esito dei giochi aleatori come il bingo dipenda non dal caso, ma da una qualche abilità personale (16,7% dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni).
Le iniziative sostenute e portate avanti dai gestori titolari di concessioni AAMS hanno fatto decisamente chiarezza in tal senso, promuovendo un approccio al gioco responsabile attraverso canali assolutamente legali. Grazie a questo interessamento, oggi solamente uno studente su dieci non sa che è vietato giocare d’azzardo prima del compimento dei diciotto anni d’età. Un minorenne, ad ogni modo, non potrebbe in nessun caso accedere ai portali online perché, per potersi registrare e aprire un conto gioco virtuale, è fondamentale inviare prima un documento d’identità attestante la maggiore età. Diversa cosa accade nei luoghi pubblici, dove solo un ragazzo su quattro ha riscontrato delle difficoltà a scommettere. Tale dato evidenzia senza ombra di dubbio come sia necessario operare un maggior controllo presso le tabaccherie e le ricevitorie.
Uno sguardo alla ludopatia tra cifre e statistiche
E i giocatori affetti da ludopatia? Conseguenza inevitabile con l’aumento delle scommesse e dei giochi aleatori è la diffusione sempre maggiore del fenomeno riguardante la dipendenza dal gioco, la ludopatia. Dal 2010 al 2017 è stato riscontrato un aumento del 2,4% del totale, dato che gli affetti sono passati da 100mila a 400mila.
Per quanto concerne le cifre spese, invece, occorre dire che in media un giocatore non investe nell’azzardo più di 10 euro al mese. Laddove il rapporto con il gioco inizia a mostrare degli squilibri, la somma può arrivare a sfiorare i 50 euro mensili in un soggetto su due, ma ben il 14,9% arriva a sperperare anche somme superiori ai 200 euro.
La ludopatia è un problema serio per le fasce adulte della popolazione, ma sembra aver perso il suo fascino tra quelle più giovani, soprattutto nelle regioni del Centro e del Nord Italia.
Cosa fare per prevenire tutti i disturbi da gioco: le misure delle piattaforme online
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex AAMS) ha vagliato con attenzione le piattaforme che offrono scommesse e giochi di fortuna ai loro utenti fin dal loro approdo sul mercato italiano. Lo scopo principale è stato quello di impedire ai minorenni di giocare e, allo stesso tempo, incentivare la cultura del gioco responsabile e legale tramite una serie di misure volte principalmente all’autoregolazione.
Al momento dell’iscrizione, i portali legati al betting e al gambling attualmente attivi nel nostro paese chiedono al nuovo utente:
- Di impostare un tetto settimanale oltrepassato il quale è impossibile fare pagamenti ulteriori o giocate.
- Indicare una somma limite quotidiana e/o relativa alla puntata singola.
Accanto a tali misure, sussiste anche la possibilità di sospendere per un periodo di tempo o per sempre il proprio account. Una simile azione impedirà in automatico sia che vengano aperti nuovi conti gioco che l’uso di quelli precedentemente fatti presso gestori differenti.
I portali certificati AAMS presentano sempre della pagine dove sono indicati una serie di consigli volti a mantenere un approccio coscienzioso al mondo delle scommesse e dei casinò games: tra questi, si segnala il suggerimento di giocare sempre nei limiti delle proprie risorse economiche e di non rifarsi delle eventuali perdite puntando ancora, ma anche di non trascurare affetti e lavoro per il vizio del gioco.
Prevenire la ludopatia secondo il Decreto Dignità
Il gioco virtuale ha messo in atto una serie di accorgimenti per tutelare i propri utenti e proporre un modo di giocare il più possibile sano e coscienzioso. Il Decreto Dignità ha deciso di introdurre alcuni strumenti elettronici volti al controllo di quelli che sono il punto debole del gioco d’azzardo: i locali pubblici. Per tale motivo, a partire dal 1 gennaio 2020 i nuovi apparati da gioco tra cui le slot machine dovranno per legge consentire una verifica della maggiore età della persona che intende giocare. Esattamente come già avviene da diversi anni per i distributori di sigarette e di altri articoli per fumatori, chi vorrà giocare dovrà inserire all’interno dell’apparato la propria tessera sanitaria.