Charles Darwin, nel 1835, rimase affascinato e descrisse la particolarità e la bellezza delle Iguane presenti sull’isola di Santiago, facente parte dell’arcipelago delle Galapagos… peccato che il famoso naturalista britannico fu l’ultimo ad avvistarle in quel luogo.
Infatti con introduzione sul territorio di specie non autoctone (cani, gatti, maiali selvatici ecc.), che predavano le iguane e le loro uova limitandone la riproduzione e con il devastante insediamento dell’uomo, la presenza di qeusti rettili si è da prima decimata, fino a scomparire del tutto ad oggi.
Entro il 4 gennaio infatti le autorità del Parco Nazionale delle Galapagos, rappresentate dal direttore degli Ecosistemi Danny Rueda, avevano garantito lo spostamento di ben 1400 Conolophus subcristatus dall’isola di Nord Seymour (dove la popolazione di iguane supera i 5000 esemplari), appunto, all’isola di Santiago, sia per riportare la popolazione dove ormai mancava da oltre 200 anni, ma anche per proteggere la vegetazione di entrambe le Isole.
Infatti grazie al ruolo fondamentale delle Iguane Terrestri nella “semina” (tramite le feci, come tutti gli erbivori) della vegetazione unica di questi luoghi, l’arcipelago delle Galapagos è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Ricordiamo che il conolophus subcrristatus è un rettile “endemico”, ossia una specie tipica ed esclusiva del suo territorio, questo speciale “lucertolone” può arrivare a misurare (coda compresa) oltre i 2 m e pesare oltre i 15 kg e nella IUCN Red List of Threatened Species istituita nel 1948 (Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), viene classificato come “Vulnerable D2” ossia Vulnerabile, pertanto a rischio.