Trama: A Bosco Rugoso non vivono né maghi né streghe né folletti.
Eppure, di magia ce n’è tanta.
E non è lo sventolio di bacchette magiche, preceduto dalla pronuncia di strani incantesimi, a generarla…
A Bosco Rugoso è un luogo a creare la magia, e quel luogo si chiama… TEATRO.
Caissa Italia Editore
Recensione: A Bosco Rugoso sta per consumarsi una magia, ma non è una magia di tipo tradizionale, non ci sono personaggi fantastici come maghi e fate affinché avvenga. Si tratta più propriamente di un evento magico: uno spettacolo teatrale, tratto da “Sogno di una notte di mezza estate”. Il piccolo tasso andrà ad assistere al debutto con la sua famiglia. Il cucciolo è eccitato, non è mai stato a teatro, così, una miriade di domande gli invadono la mente. Gli piacerà, si annoierà, avrà paura?
La sua sorpresa nel vedere il teatro è enorme: il posto gli ricorda un grande alveare, con tante cellette occupate da ospiti che con il loro brusio sommesso sembrano api ronzanti, lui si sente piccolo piccolo in quell’ambiente grandissimo. Qualsiasi timore scompare appena il sipario si apre ed il tasso viene catapultato in un mondo fantastico, viene risucchiato dagli avvenimenti in cui si ride, si piange e si vivono avventure incredibili.
Tasso, decide di incontrare l’attore principale che gli rivela un grande segreto: “Il bello del teatro è che le cose accadono perché qualcuno le ha scritte. L’attore, credendoci, rende queste cose reali”.
Una piccola frase, una grandissima metafora della vita, soprattutto per i più piccini. Loro, con i loro occhietti innocenti vogliono credere fermamente nelle cose affinché queste siano vere.
Una storia molto carina introduce i bambini a quello che è un teatro, sia dal punto di vista strutturale che per avvicinarli all’arte della recitazione. Il teatro non è solo un “fatto” per grandi, ma ci sono opere che anche i più piccoli riescono ad apprezzare, loro che con la fantasia viaggiano lontano vedrebbero rappresentato il loro immaginario.
Elanor Burgyan si vede come una volpe selvatica con il naso tra le stelle: riservata, curiosa e osservatrice. Vive sulla cima di una piccola montagna nella Svizzera italiana e il mondo naturale, da cui trae continua ispirazione, è sempre stato il suo compagno di viaggio. Dopo il Liceo Scientifico ha cambiato radicalmente strada. Laureata in Nuove Tecnologie dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Urbino e successivamente in grafica delle immagini e illustrazioni all’ISIA, ha poi concluso nel 2020 il suo percorso di studi con un ulteriore master di illustrazione editoriale all’Ars in Fabula a Macerata. Caratteristiche particolari: si diverte a mangiare i lamponi dalla punta delle dita e si emoziona alla vista di nuovi germogli.
Giorgio Volpe è nato a Reutlingen (Germania) nel 1990, è cresciuto in Calabria, e dal 2009 vive a Roma. Nel 2018 si è laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi dal titolo Teatro Ragazzi. Nel 2014 ha fondato (e da allora dirige) la compagnia di produzione teatrale Giù di Su per Giù – teatro, per la quale ha scritto Martina & Nocciolino (2014), StandBy – l’attesa (2018), Anfotero (2018), Cercasi Befana (2020) C’è chi dice (2022). Nel 2018, ha portato in scena – per la prima volta in Italia – un adattamento drammaturgico del libro di Susanna Isern L’Emozionometro dell’Ispettore Drillo. Al lavoro d’attore affianca quello di scrittore di letteratura per l’infanzia. Alcuni dei suoi testi sono stati tradotti in Paesi come la Cina, USA, Corea, Francia, Spagna e Lituania. Ama l’arte, i viaggi, il freddo; e alla domanda: “Che tipo sei?” ama rispondere: “Sono un iperattivo creativo”.