Una serata da incubo, in campo e sugli spalti: al “Maradona” il Napoli di Spalletti subisce un k.o. pesantissimo dai Campioni in carica del Milan, nel silenzio di uno stadio ammutolito da un’assurda protesta inscenata dal tifo organizzato, con tanto di tafferugli in curva B e insulti al presidente De Laurentiis.
I partenopei, dopo un inizio incoraggiante, sono stati tramortiti dall’uno-due dei rossoneri, guidati da un Brahim Diaz risultato imprendibile tra le linee azzurre.
L’ex Real Madrid ha prima imbeccato Leao per il gol del vantaggio al quarto d’ora, dopo aver saltato fin troppo facilmente gli imbambolati Lobotka e Mario Rui, e ha poi realizzato il raddoppio pochi minuti più tardi, sfruttando la corta respinta di uno svagato Kim su cross di Theo Hernandez.
Il Napoli ha inutilmente provato a reagire, sia nel finale di primo tempo che a inizio ripresa, ma il terzo gol ancora a firma di Leao, su sanguinosa palla persa da Zielinski, ha chiuso di fatto i conti: lo slalom speciale di Salemaekers tra le belle statuine in maglia azzurra è servito solo a rendere ancora più amara una serata da dimenticare in fretta.
Qualche parola in più va spesa per la paradossale situazione vista al di fuori del rettangolo di gioco: è veramente assurdo che nell’anno in cui il Napoli sta riscrivendo la propria storia e riconquistando un titolo atteso da generazioni, mentre la città si prepara (forse troppo presto…) alla festa, il tifo organizzato dia una prova così clamorosa di autolesionismo, abbandonando la squadra che dice di amare e permettendo alla tifoseria avversaria di spadroneggiare a casa propria.
Appaiono totalmente pretestuose le stucchevoli polemiche sia sui prezzi dei biglietti per le partite di Champions, perfettamente in linea con quelli delle altre squadre (e del resto, se così non fosse, non sarebbero stati polverizzati in poche ore, in ossequio alle più banali dinamiche di domanda e offerta), che su inesistenti divieti di portare bandiere, striscioni o tamburi.
E’ evidente come questi soggetti, che definire tifosi è assolutamente improprio (chi tifa sostiene, sempre!), mirino a preservare o riconquistare privilegi che nulla hanno a che vedere sia con la passione per il calcio che con la legalità.
Benissimo fanno sia il Napoli che le Autorità a non arretrare di un millimetro, a dispetto di chi invoca compromessi impossibili con questi individui: è invece auspicabile che la stragrande maggioranza dei tifosi a cui davvero stanno a cuore le sorti degli azzurri, appoggino l’operato della società, che sta cercando di compiere sulle gradinate lo stesso, necessario ricambio già avvenuto lo scorso anno all’interno della squadra.
Meglio, dunque, lasciarsi alle spalle la serataccia di domenica scorsa, e guardare avanti, a cominciare dalla sfida in programma stasera (ore 19) al “Via del Mare” di Lecce contro i giallorossi di Marco Baroni, autore del gol contro la Lazio che regalò il secondo scudetto ai partenopei il 29 Aprile 1990.
Spalletti dovrà fare ancora a meno di Osimhen, la cui assenza si è fatta sentire in modo pesante per la prima volta quest’anno, soprattutto per la mancanza di un’alternativa alla costruzione dal basso contro la pressione alta operata dal Milan.
Il tecnico di Certaldo ha però recuperato un Raspadori apparso, nello scampolo di match giocato contro i rossoneri, voglioso di riconquistare spazio e minuti: è probabilmente auspicabile che insieme a lui e al Cholito Simeone, nelle prossime partite di campionato trovino spazio i vari Ndombele, Elmas e Olivera, probabilmente più motivati e meno scarichi rispetto a chi ha tirato la carretta per tutta questa intensa e lunga stagione.
Nonostante la differenza di blasone tra le due squadre, il bilancio degli 11 precedenti giocati a Lecce in Serie A tra azzurri e giallorossi è in perfetta parità, con 3 vittorie a testa e 5 pareggi.
Il Napoli ha però vinto le ultime due sfide, giocate a distanza di più di 7 anni tra loro, per via del saliscendi dei salentini tra il massimo campionato e la cadetteria: il 25 Aprile 2012 furono Hamsik e Cavani a siglare le reti del 2-0 finale, mentre il 22 Settembre 2019 finì 4-1 per gli uomini di Ancelotti, con le reti di Insigne, Fabiàn e la doppietta di Llorente.
L’8 Maggio 2011 fu Chevanton a firmare la rete del più recente successo giallorosso, segnando il “gol fantasma” (non c’era ancora la goal line technology) del 2-1 dopo il vantaggio di Corvia e il pareggio di Mascara.
la “X” in schedina manca da quasi un quarto di secolo: il 1 Novembre 2000 fu Vugrinec a raggiungere sull’1-1 la squadra di Zeman, dopo il vantaggio firmato su rigore da Fresi.
Anche se ipotizzare una rimonta delle avversarie, con la Lazio distante ancora 16 punti, è francamente difficile, il Napoli deve immediatamente rialzare la testa, dimostrando ancora una volta la capacità di reagire ai rari momenti di difficoltà, come già accaduto dopo le sconfitte contro Inter e Lazio e l’eliminazione con la Cremonese in Coppa Italia.
Serve dunque assolutamente vincere, per rasserenare l’ambiente, prepararsi al meglio alla “rivincita” col Milan in Champions, e soprattutto riprendere la marcia verso il titolo.