Privo di Kvara, per le solite notizie extracalcistiche che sembrano avere un’eco solo nella nostra città, il Napoli si presenta a Bergamo forte di un primato saldo e meritato, consapevole di dover affrontare una vera e propria battaglia per uscire indenne dal caldo stadio dei nerazzurri.
La gara è quella che ci si aspetta: i primi 15-20 minuti dei padroni di casa sono di intensità altissima e i partenopei accettano la guerriglia fisica, tecnica e tattica proposta dagli uomini di Gasperini. Il vantaggio degli orobici arriva, meritato, su cacio di rigore trasformato dall’ottimo Lookman e concesso dall’arbitro Mariani dopo richiamo al Var (fallo di mano di Osimhen); già in precedenza era stato Meret a strozzare in gola l’urlo del gol agli ululanti tifosi di casa.
Incassato lo svantaggio, i ragazzi di Spalletti si organizzano e prendono campo. Il pari è pressoché immediato: Elmas e Zielinski scambiano da corner, il polacco serve al centro un assist dolce per Osimhen che, di testa, pareggia. Schiuma rabbia l’Atalanta che prova a riportarsi in vantaggio, ma invece accade che il sorpasso lo firma il Napoli; Anguissa vince uno dei tantissimi duelli uomo contro uomo in mezzo al campo e lancia lungo per Osimhen, il nigeriano fa a sportellate con Demiral e ha la meglio, serve Elmas, degno sostituto di Kvara, che elude l’intervento di difensore e portiere e scaglia in porta il gol del due a uno.
Nella ripresa l’Atalanta attacca forte, il Napoli si difende con ordine stringendosi attorno a Meret (salvifico su Maele e aiutato anche da santa traversa) e Kim, padrone assoluto della retroguardia azzurra, insuperabile nel gioco aereo e di piede e privo di fronzoli quando c’è da lanciare il pallone in tribuna.
I cambi offensivi di Gasperini, sempre molto agitato ai bordi del campo, non sortiscono gli effetti sperati, mentre Spalletti inserisce freschezza con Politano (per Lozano), Ndombele (in crescita evidente, per Zielinski) e Simeone che lotta come un gladiatore contro qualunque avversario ma sbaglia in modo abbastanza clamoroso il colpo del ko, calciando malamente a lato.
L’ultimo quarto d’ora è di battaglia pura, il Napoli soffre, complice anche la stanchezza che ha colpito Anguissa, fino ad allora dominatore assoluto della metà campo, ma non concede nulla.
Atalanta ricacciata a meno otto e solo il Milan (a sei punti) in grado di tenere in parte il ritmo degli azzurri. I rossoneri hanno faticato tantissimo ad abbattere la resistenza dell’ostico Spezia nel finale.
Restano due gare che il Napoli disputerà entrambe in casa contro Empoli e Udinese e poi sarà mondiale. Mentre addetti ai lavori e allenatori si aggrappano, chissà perchè, alla competizione iridata per attendere un calo del Napoli, il sorteggio Champions sorride abbastanza: dall’urna , infatti, non viene fuori nessuno spauracchio ma i battibilissimi tedeschi dell’Eintracht.
C’è un precedente del 1995: Napoli fuori al terzo turno di Coppa Uefa con due sconfitte di misura (1-0): altri temi e un altro calcio.