Stavolta a Mazzarri il gol in pieno recupero non basta, né per vincere né per salvare la panchina: il Napoli pareggia con il Genoa, si allontana forse definitivamente dalla zona “Champions”, e saluta il tecnico di San Vincenzo, che in 97 giorni ha peggiorato drammaticamente una situazione già difficile a Novembre.
Quella con i rossoblu, del resto, è stata l’ennesima prestazione incolore di una squadra che sembra aver smarrito ogni motivazione, e che solo nei finali, più con i nervi che con il gioco, prova a salvare la faccia.
Nel primo tempo, pur tenendo costantemente il pallone, gli azzurri non hanno praticamente prodotto nulla, ed è stato il rientrante Meret a dover invece salvare la sua porta su due insidiosi colpi di testa di Retegui.
L’estremo difensore partenopeo, però, nulla ha potuto ad inizio ripresa, quando Frendrup lo ha battuto con un sinistro secco e preciso dal limite dell’area, approfittando del pachidermico rientro dei centrocampisti, in primis un Anguissa ancora una volta spettatore non pagante.
Con il Genoa tutto rintanato dietro, il Napoli ha continuato ad attaccare a ritmi blandi, rendendo vani anche i cambi offensivi di Mazzarri, anche se uno di questi, Ngonge, è riuscito a trovare in modo del tutto casuale il pareggio al 90′, sfruttando con una bella girata di sinistro la torre di Di Lorenzo su cross di Olivera.
I fischi di un pubblico giustamente esausto a fine partita hanno fatto presagire che il tempo a disposizione dell’ex tecnico di Inter, Torino e Cagliari fosse esaurito, anche se la vicinanza con l’importantissimo match di andata degli ottavi Champions in programma stasera (ore 21) al “Maradona” lasciava presupporre che il buon Walter sarebbe rimasto in panchina almeno fino alla sfida contro i blaugrana.
Invece De Laurentiis, con l’ennesimo colpo di teatro, ha deciso di esonerare Mazzarri meno di 48 ore prima della partita, lasciandolo addirittura ad allenare la seduta del lunedì sotto gli occhi degli ignari Micheli e Meluso mentre incontrava il nuovo allenatore azzurro Francesco Calzona all’hotel Britannique.
L’ufficialità del secondo cambio di panchina di questa stagione maledetta è arrivato in serata: l’ex vice di Sarri e Spalletti al Napoli e attuale CT della Slovacchia ha firmato un contratto fino a fine Giugno, mantenendo il doppio incarico e ritrovando come preparatore atletico quel Sinatti fatto andare colpevolmente via da De Laurentiis all’indomani della firma di Rudi Garcia.
Calzona viene quindi catapultato sulla prima panchina di club della sua carriera a giocarsi subito il match della vita, ma avrà almeno il vantaggio di poter contare sull’intera rosa, compreso Victor Osimhen, finalmente a disposizione dopo la Coppa d’Africa e qualche giorno dedicato al pieno recupero fisico e atletico.
Vista la familiarità del tecnico calabrese con il 4-3-3, è probabile che venga riproposto questo modulo, con uno tra Cajuste e Traorè da mezzala e il tridente Kvara-Osi-Politano in attacco.
Il Napoli affronta per la terza volta in casa il Barcellona, che finora non ha mai battuto: esattamente 3 anni fa, il 21 Febbraio 2020, si fece appena in tempo a giocare l’andata degli ottavi di Champions prima che il mondo si fermasse per il covid, e il match terminò sull’1-1 con le reti di Mertens e Griezmann.
Poco più di due anni dopo, il 24 Febbraio 2022, finì 4-2 per i catalani che eliminarono dai playoff di Europa League la squadra di Spalletti, vanificando i gol di Insigne, su rigore, e Politano.
Una sfida di tale importanza avrebbe meritato una vigilia più serena, con la concentrazione rivolta solo al campo, ma chissà che questa ennesima sterzata di De Laurentiis dia la scossa giusta nel momento più delicato della stagione.