Manca quasi un mese a Natale, eppure l’atmosfera natalizia comincia a farsi sentire vividamente. E’ soprattutto nei mercatini, nei piccoli negozi che risiedono nel cuore di Napoli, nella parte antica, che si viene coinvolti dall’intensità delle mille luci e dalle molteplici sfumature degli addobbi che arricchiscono le strade. Ne è un tipico esempio San Gregorio Armeno, la via degli artigiani del presepe, che oltre ad essere celebre per l’antica tradizione della rappresentazione della natività, è nota anche per essere il punto di congiunzione di due decumani, il Decumano Maggiore (Via dei Tribunali) e il Decumano Inferiore (Via San Biagio dei Librai, una delle sette strade che costituisce ciò che viene definito Spaccanapoli). Percorrendo una di queste due vie si raggiunge il centro della Napoli antica, dove è possibile ammirare la notevole arte di maestri impegnati nella elaborazione dei presepi.
La rappresentazione della natività risale fin dai tempi antichi. Gli evangelisti Luca e Matteo sono i primi a descrivere l’evento. Tuttavia, la sacra rappresentazione assumerà il nome praesepium (recinto chiuso, mangiatoia, di cui parla Luca nel suo Vangelo) solo a partire dal Medioevo. Si tratta di uno dei temi più delicati e toccanti quanto diffusi della storia cristiana. Basti pensare alle tante produzioni artistiche che hanno visto l’affermarsi di artisti diventati il colosso dell’arte moderna. Giotto, Dürer, Piero della Francesca, il Perugino sono soltanto alcuni dei grandi che si sono cimentati in affreschi risalenti al XIV secolo.
Secondo la tradizione, il presepe nasce per la volontà di San Francesco di Assisi di realizzare un presepe vivente a Greccio (Rieti) nel Natale del 1223, facendo rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme e coinvolgendo il popolo nella sua rievocazione. I primi presepi come li consideriamo oggi appaiono intorno al XVI secolo nelle chiese finché nel secolo successivo verranno trapiantati nelle abitazioni lussuose di aristocratici arricchendoli di piccole figure in cera, porcellana o legno scolpito, il tutto secondo lo stile barocco. Ma è tra il XV e il XVI secolo che la raffinatezza dei presepi trova il suo culmine a Napoli. Qui diversi artigiani si impegnano nell’adornare i presepi con personaggi riccamente decorati. Si tratta di statue colorate, a volte di dimensioni reali. Gli artisti napoletani conferiscono alla rappresentazione sacra un valore aggiunto contraddistinto da un’impronta naturalistica. Essi inseriscono il tema della Natività in un nucleo familiare, in un paesaggio campano, dove gli stessi borghesi, aristocratici, nobili sono colti nei momenti di svago, nelle loro occupazioni giornaliere, nelle taverne, coinvolti dunque in uno scenario naturale, ma di grande intensità. Il merito degli artigiani napoletani consiste anche nell’aver realizzato le statuine in manichini di legno con all’interno del filo di ferro e rivestiti con abiti che richiamassero la posizione sociale e l’impiego lavorativo dei corrispettivi personaggi; venivano infatti adornati con gli strumenti tipici del proprio lavoro.
E’ un’arte, quella di costruire un presepe, che nella cultura napoletana continua a sopravvivere ancora oggi. Grazie al costante impegno degli artigiani campani, quanto alla loro devozione e passione, è possibile ammirare i loro maestosi lavori in un clima di solenne e gioiosa festività.
IL PRESEPE: SIMBOLO DELLA CULTURA NAPOLETANA

Laureata in "Lingue, culture e letterature moderne europee" all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Appassionata principalmente di viaggi interculturali, lettura e scrittura. Obiettivo professionale: giornalista.