Maurizio Principato sembra voler dichiarare i propri intenti fin dalla prima vignetta: il suo Il prisma Oscuro, disegnato da Max Avogadro, sarà un gioco continuo di citazioni e autocitazioni. Sia sul piano grafico che narrativo. E perfino su quello metanarrativo. Parlare di un fumetto come Il prisma oscuro è questione delicata, soprattutto nell’epoca d’oro della caccia allo spoiler. Come fa notare anche Giammaria Contro nell’introduzione al volume, è particolarmente difficile parlare di un fumetto come Il prisma oscuro senza disinnescarne del tutto la trama: perfino darne delle coordinate genealogiche risulta pericoloso per la fruizione. Ma io ci proverò lo stesso. Raccogliendo per l’appunto la sfida citazionista, racconterò il volume esclusivamente attraverso le sue suggestioni letterarie.
In altre parole scriverò in codice, sperando di essere il più confuso possibile. Ovviamente anche così il pericolo è dietro l’angolo, quindi come al solito
ALLARME SPOILER
Dunque, cosa aspettarsi da Il prisma Oscuro, ottantaquattresimo volume della orma pluriennale collana “Le Storie” di casa Bonelli? Partiamo dall’ovvio: da qualche parte nel volume viene citato un libro cult della letteratura italiana di fine secolo: Il Nome della rosa di Umberto Eco, da qualche sbarcato anche su Netflix sotto forma di serie. La citazione in realtà si rivelerà per niente casuale, per più di un motivo…
Qualcuno ha detto Edmond Dantes? In effetti la vicenda ricorda certi elementi del dumasiano “Conte di Montecristo”, rivestendoli dei panni indossati da un Joachim Phoenix piuttosto Mooriano.
E ci siamo capiti.
La costruzione psicologica è così complicata – forse anche troppo, per una storia di 110 pagine… – che ad un certo punto sembra virare verso Death Note, per poi trasformarsi in una sorta di Gantz misto a complottismo generico.
Detto questo, nel suo complesso la vicenda mette insieme suspance, mistero e una buona dose luoghi milanesi random, citati non sensa una piccola dosa di compiacimento. Ma va bene: il risultato finale è un’atmosfera cupa da noir metropolitano, particolarmente adatta ad una pubblicazione di inizio autunno. Ammesso che il riscaldamento globale ci lasci una mezza stagione.
Molto del fascino de il Prisma oscuro è basato su un intreccio complesso e serrato, fatto di avvenimenti che si succedono continuamente, proponendo nuove domande prima ancora che le precedenti possano essere metabolizzate. Peccato solo che poi rimanga pochissimo tempo per “spiegonare” dare le risposte…
La lettura è giocata fino alla fine su una tensione mai risolta, rinnovata quasi di tavola in tavola, che si risolve in una lettura quasi spasmodica, una corsa verso la rivelazione finale, come in un giallo ben scritto.
Ma poi ci sarà davvero una rivelazione finale, o tutto ricomincierà da un’estate indiana dalla prima vignetta?
Il prisma oscuro
Autori: Maurizio Principato, Max Avogadro
Casa editrice: Sergio Bonelli
Prezzo: 4,5 €, 16×21 cm, pp. 112.