Il 2 dicembre è morto a Ferrara, dove viveva da sempre, Roberto Pazzi, poeta, scrittore e fondatore della scuola di scrittura creativa Itaca. Aveva 77 anni. Laureato in estetica a Bologna con una tesi su Umberto Saba, docente a Ferrara e a Urbino, Roberto Pazzi è stato anche un collaboratore del Corriere della Sera, del Quotidiano Nazionale e del New York Times. Era appassionato di astrologia. Le sue opere sono state tradotte in ventisei lingue.
“Ferrara – dice il sindaco Alan Fabbri – perde un suo grande faro. Roberto Pazzi, apprezzato in tutto il mondo, era un grande scrittore e poeta, era un intellettuale, nessuno come lui ha saputo descrivere la sua città, cui era profondamente legato”.
Ricordiamo alcuni suoi romanzi.
Cercando l’Imperatore
Viva e fascinosa ricostruzione delle vicende, nel 1918, del leggendario reggimento russo Preobrazenskij, sperduto nel gelo della Siberia alla ricerca dello zar Nicola II prigioniero dei bolscevichi, «Cercando l’lmperatore» (premio Selezione Campiello, premio Bergamo, premio Hemingway, premio Maria Cristina, tradotto in 12 lingue) fu accolto al suo apparire, nel 1985, come un’autentica rivelazione, non priva di valore profetico in quanto anticipatore della caduta del regime sovietico in Russia di lì a pochi anni. La critica più attenta vi riconobbe un talento che non esitò a inserire nella linea fantastico-visionaria della nostra narrativa, quella meno frequentata dal romanzo italiano.
Le città del dottor Malaguti
Di una città – della nostra città – cogliamo d’abitudine solo gli aspetti più superficiali, le sensazioni di un istante, la monotonia della quotidianità. Ma che cosa accade se ad accompagnarci tra le case e lungo le vie di un paesaggio insieme reale e romanzato è una guida come il dottor Malaguti, di professione oculista, e soprattutto attento osservatore delle malattie dell’anima? Liberata dalle miopie fisiche e psichiche dei suoi abitanti, quella città rivelerà storia e leggende, favole e pettegolezzi, le memorie dei morti e le passioni dei vivi, le incertezze del presente e le immagini di un futuro diverso. E così, in quei luoghi troppo odiati e troppo amati, tra il sindaco Orsucci e l’arcivescovo Belcari, l’aviatore Roberto Fabbri e il bostoniano Alfred Lowell, può accadere di tutto. Che il Papa fugga dal culto televisivo per rifugiarsi nella clandestinità. Che il tradimento di una giovane donna innamorata scateni un intrigo soprannaturale. Che in una notte duemila galline volino tutte insieme, magicamente, per diversi chilometri. Che un’antica Certosa offra rifugio agli immigrati provenienti dai più remoti angoli del mondo. Che un padre e un figlio, un tempo rivali, riescano finalmente a parlarsi. Che diventi possibile spezzare, almeno una volta, l’apatia e la disperazione della provincia.
Il signore degli occhi
Perché il cavalier Enrico Magnoni si è chiuso in un convento di clausura? Che cosa ha spinto l’uomo più ricco d’Italia, il padre padrone di un’intera nazione, colui che ha fatto del controllo delle televisioni la più efficace arma politica a voltare le spalle al mondo per sempre? La sua ambizione sfrenata, le sue manie di grandezza hanno trovato nel pensiero ossessivo della morte un limite non previsto. Ora Magnoni, indossato l’umile saio benedettino, si trova di fronte l’abisso della propria coscienza con cui ingaggia un intimo e serrato confronto. Ma intorni a lui, fra le mura di un remoto monastero in cui tutto sembra essere diverso da come appare, si allungano le ombre di trame sinistre e segreti indecifrabili.
Dopo primavera
La vita di Aldo Mercalli, passata a scrivere libri di successo e a inseguire fantasmi amorosi, cambia la sera in cui, rientrato in casa, trova ad attenderlo un uomo identico a lui. La sorpresa iniziale si tramuta presto in fastidio e, infine, in apatica rassegnazione alla convivenza coatta. Fino a quando il protagonista si lascia sedurre dalla tentazione di servirsi del misterioso gemello per emendare gli errori e le scelte dì un’esistenza imperfetta, dominata dall’ansia di salvare gesti e parole dall’inevitabile decadimento della durata. La faustiana complicità con il diabolico servitore entra in crisi nel momento in cui, dal passato, riemerge una donna. Sveva non si accorge subito di ricevere, nell’amante, le attenzioni di due uomini diversi… Ma poi sarà lei a porgere ad Aldo il filo per uscire dallo sdoppiamento. L’autore di “Vangelo di Giuda” e di “Conclave”, calandosi in uno dei dualismi più sofferti – lo scarto fra quel che si è e quel che si sarebbe voluto essere – ritrova nelle finzioni della scrittura uno specchio tra i più limpidi per rappresentare e capire misteri e ambiguità della natura umana.
La stanza sull’acqua
Sulle sponde del Nilo non si vedono che distruzione e presagi di morte. Una nave, bianca e misteriosa, risale a fatica le acque. Un’altra, nera e non meno inquietante, discende il fiume.
Entrambe sono l’ultima dimora di due vite specularmente affini, dai legami del sangue al destino iscritto negli astri. Cesarione, presunto figlio di Cesare e Cleopatra, scappa dai Romani che lo temono perché potrebbe compromettere l’ascesa di Ottaviano. Afra fugge dagli Etiopi dei quali è regina non voluta. I loro destini si incroceranno in un amore che ha per casa le acque del Nilo e in una fine inaspettata verso l’oblio e la salvezza.
Hotel Padreterno
Un attempato signore sale sulla metropolitana di Roma e fa amicizia con Davide, il bambino dai capelli rossi che gli ha ceduto il posto. Nonostante la diffidenza della madre, Anna, il misterioso signore che si fa chiamare Giovanni Eterno guarisce il piccolo da una malattia mortale imponendogli le mani sul capo. È il suo primo miracolo. E Davide capisce subito la vera identità di quel vecchio. A Roma, Eterno vivrà qualche mese in un cadente hotel a due stelle, dove si imbatterà in alcuni strani personaggi. Conosce il padre di Davide, giostraio sensibile e visionario, e a poco a poco si innamora di Anna, scoprendo la gelosia. Intanto in Vaticano ne sospettano la presenza. A Giovanni Eterno, che fatica a celare la natura divina, viene più volte in aiuto il figlio, non senza animate discussioni. Due arcangeli recano inquietanti messaggi della corte celeste che ne patisce l’assenza. Eterno, ormai sempre più umano, manifesta i primi sintomi di un Parkinson. Ma la morte, stanca e riluttante a colpire, dopo il figlio, anche il padre, ottiene un patto che sembra darle soddisfazione. Giovanni Eterno si risolve così a compiere il miracolo che rivela la ragione della sua discesa sulla Terra.
In pagine di rara forza visionaria, Roberto Pazzi firma un romanzo sulla costante aspirazione dell’uomo all’immortalità , che è al tempo stesso una lucida riflessione su inquietudini e nevrosi dei nostri tempi, in una società che si sente giunta al tramonto, impaurita di lasciare la propria eredità.