In un’epoca in cui il rumore domina, si è dimenticato il valore del silenzio.
Ormai, non solo per strada ma, anche all’interno delle case, il rumore fa da padrone con il sottofondo della televisione sempre accesa o il susseguirsi delle parole e delle note di canzoni, nel mentre si è impegnati a fare altro.
A volte si è talmente immersi nel rumore che lo si accetta come caratteristica naturale dell’ambiente. Il nostro cervello però, lo percepisce come fonte di stress e di distrazione.
Si è tanto abituati al rumore che, anche il solo comunicare è diventato un modo per far “rumore” e così, pensieri e sentimenti difficilmente vengono trasmessi agli altri con le parole.
La maggior parte delle comunicazioni infatti, sono caratterizzate da fiumi di parole che si scontrano con valanghe di altrettante parole dette o urlate da chi, in teoria, è lì per ascoltare. Tutto questo accade spesso, solo per affermare la propria esistenza. Per affermare la propria presenza.
Ma abbiamo mai considerato che, tutto ciò che esiste ha origine da ciò che non esiste?
Se pensiamo al silenzio con la “non esistenza delle parole”, allora ci è più facile comprendere che dal silenzio si può originare un’infinita ricchezza di possibilità. Possibilità di massima apertura, di crescita e di libertà.
Attenzione però, perché ciò che rende lecito il silenzio è l’intimità. È lo stare bene con sé stessi e con gli altri. Senza l’intimità, il silenzio potrebbe essere percepito come l’assenza di qualcosa o di qualcuno.
E tu, sai stare nel silenzio?
Nel silenzio l’anima può condividere e creare. Può trovare il tempo per mettersi in discussione.
Il silenzio è un modo di comunicare. È un modo per esprimere vicinanza, solidarietà, attenzione e rispetto per gli altri.
È il modo per costruire lo spazio necessario in cui l’altro può esprimersi.
È il tempo per capire chi è l’altro e allo stesso tempo trovare sé stessi.
Il silenzio è il luogo giusto dove incontrarsi!