Classe ’91, di Mantova, José Andrés Tarifa Pardo, autore a tutto tondo. Influenzato da vari generi musicali (folk, rock, cantautorato) è riuscito a fondere tutti questi generi, dando vita alla sua arte, che non rientra in un genere ben preciso, ma che è un connubio di sonorità e parole ricercate, che rende la sua musica unica.
Tarantella de’ briganti è il nuovo singolo accompagnato dal videoclip ufficiale uscito nell’aprile 2020, tratto dal suo ultimo album Meltin Pot. Questa, è una tarantella di denuncia: “Il maxi processo di Palermo e il Bel Paese, sono partito da questi due punti. Quante persone morte, quante persone abbandonate da uno Stato e da una parte di popolo omertoso. Bada ad essere una canzone politica, ma sociale e ripercorro veramente tutte le stragi e disastri avvenuti in italia dal dopoguerra ad oggi.” ha dichiarato il cantautore. Melting Pot vuole essere la continuazione del progetto precedente intitolato “La Sagra del buio” pubblicato nel 2015.
Ne abbiamo parlato proprio con lui.
Ciao José, benvenuto! Sei un cantautore a tutto tondo: in te rivedo molte influenze folk e cantautorali. Da quali artisti ti senti più coinvolto?
Ciao a tutti .
Ho avuto tante influenze musicali e tanti artisti che da cui mi sento coinvolto, negli anni sono cambiati , sono mutati cercando nuove sonorità e modi di scrittura diversi.
Battisti, De André, Tenco, Petrolini, Gaber come tutti i grandi cantautori dai primi anni del ‘900 ad oggi.
Ma anche la musica rock e hard rock, il punk hanno influito nel mio modo di volere far nascere una canzone.
Come dicevo sono sempre alla ricerca, e scopro ogni giorno generi, gruppi, cantanti nuovi che possono lasciare in me un qualcosa.
La musica Andina, o balcanica, la musica popolare russa o della grecia.
Se devo scegliere un artista sicuramente Vinicio Capossela racchiudere nella suo stile tutti questi generi.
Ti sei avvicinato molto al teatro: quanto sono importanti la mimica, la memoria, la dizione anche in campo musicale?
Mi spiego, la dizione è fondamentale in molti ambiti dello spettacolo.
Ma io faccio parte di una compagnia teatrale di ricerca , d’avanguardia che usa molto il corpo,la visione e sfrutta i pregi e difetti dei vari performer, compresi quelli di pronuncia.
Nell’ambito musicale, personalmente, penso che la dizione non sia importante, perché l’importante è quello che trasmetti al pubblico e quindi in questo caso la mimica gioca un ruolo fondamentale.
Come dovrei muovermi sul palco? Cosa dovrei fare sul palco mentre c’è l’assolo? Queste sono le domande che mi pongo sempre, e faccio una ricerca.
La memoria è puro allenamento.
Ho voluto avvicinarmi e soffermarmi di più sui problemi della società, intervallandoli a situazioni più personali.
Musicalmente ho voluto dare un’impronta diversa per ogni canzone cercando di creare un ossimoro tra musica e parole.
A quale tuo brano sei più legato?
Come è nata nella mia testa così voi la sentite oggi.
E poi perché vuole essere un omaggio al grande Maestro Paolo Conte
Quale personalità artistica ti ha più “guidato” nel tuo percorso di studio?
Il quartetto Battisti, De André, Tenco e Gaber è sempre stato il mio punto di riferimento quando non trovavo la strada giusta.
Questo è il Melting Pot, sette canzoni, sette stili musicali diversi ,sette storie diverse, racchiuse in un unico progetto.
Se volete rimanere aggiornati potete trovare le informazioni sulla mia pagina Facebook e Instragram digitando il mio nome e cognome.
José Andrés Tarifa Pardo