Marisa Laurito è senza dubbio una delle artiste napoletane più note e amate dal pubblico di tutto il Paese.
Dall’esordio in teatro con Eduardo De Filippo, alla celebrità con Quelli della notte di Renzo Arbore, passando per Marisa la nuit, due edizioni di Fantastico (con Celentano nell’87-88, con Baudo nell’89-90), Domenica In (1988-89) e, addirittura la partecipazione a Sanremo con Il babà è una cosa seria, la carriera di Marisa Laurito è una carriera di grandi successi.
Ma non tutti sanno che la Laurito è anche un’apprezzata pittrice. Infatti, dal 4 all’11 giugno, la sua personale “Radici Squadrate” è stata allestita all’interno della manifestazione Arte Salerno 2017, diretta da Vittorio Sgarbi.
Intervistiamo la Laurito, qualche giorno dopo l’inaugurazione della mostra.
Marisa, le opere di “radici Squadrate” hanno a che fare con il tema dell’identità e della trasformazione?
Io adoro parlare del sociale nelle mie opere, perché credo sia compito di un artista farlo. L’artista ha il compito di esplorare il mondo e di essere un po’ più avanti degli altri. C’è un quadro che si chiama “Dividiamoci le merendine in pace” formato da due ali, una fatta da tanti quotidiani che raffigurano i poveri migranti che arrivano da lontano per cercare la salvezza ed un’altra è bianca, fatta in silicone. Quest’opera l’ho dedicata a Camilleri poiché in una sua conferenza stampa raccontava che era stato in una scuola in cui studiavano bambini di tante etnie diverse e i bambini spezzavano le loro merendine, diverse tra loro, per condividerle con i bambini delle altre etnie e questa cosa mi colpì molto. C’è anche un quadro dedicato a Mia Martini, chiamato proprio “Mia”, che è stata la prima artista a schierarsi contro la violenza sulle donne.
Secondo te, quindi, il ruolo dell’artista oggi è anche quello di scardinare i luoghi comuni e gli stereotipi di genere?
In passato l’artista ha avuto questo ruolo e dovrebbe continuare ad averlo ancor oggi. Gli artisti sono dei riferimenti per questa società e dovrebbero correre più veloce degli altri e fare da portabandiera, dovrebbero farsi carico di aprire gli occhi alla massa e fornirgli nuova conoscenza. Ad esempio, in Italia si parla tanto della Terra dei Fuochi ma non si racconta che questo non è un fenomeno ristretto solo alla Campania, ma Terre dei Fuochi si trovano in ben 19 regioni ed io sto facendo delle fotografie per aprire gli occhi alla gente e far vedere il degrado che sta colpendo l’Italia in questo periodo perché le nostre terre sono completamente inquinate. Se aprissimo gli occhi, ci potremmo tutti ribellare e non dibattere di stupidaggini. Porterò tutto questo materiale fotografico ad ottobre in una mostra che si terrà alla Real Villa di Monza.
Hai dichiarato che la maggior parte delle tue opere raffigurano donne perché le donne reggono il peso del mondo sulle loro spalle. Spiegaci cosa intendi dire
Io credo che le donne siano state dilaniate dal maschilismo. Purtroppo, ancora oggi in tutto il mondo le donne sono maltrattate. Le donne subiscono ogni giorno violenze psichiche e purtroppo anche fisiche, sentiamo tutti i giorni quell’odiosa parola che è “femminicidio”. Le donne però hanno commesso un errore in questa lotta contro l’emarginazione ovvero quello di voler assomigliare ed omologarsi troppo a uno stereotipo maschile che a me non piace affatto, abbandonando il ruolo delle “grandi madri” che erano anche delle grandi educatrici