Vomero Off è una bella rassegna di teatro che si sta svolgendo questo mese presso la sala Ferrari. Una bella occasione anche per conoscere giovani attori talentuosi. Uno di questi è Sergio Del Prete, che sarà in scena venerdì 26 aprile prossimo con il suo spettacolo: Sconosciuto. In attesa di rinascita.
Sergio Del Prete, campano, è un attore che si divide tra cinema, teatro e tv. Un ragazzo di cui sentiremo parlare sempre di più.
In occasione dello spettacolo, l’ho intervistato per voi.
Come ti sei formato come attore?
Ho calcato le tavole del palcoscenico per la prima volta a 16 anni. Ho iniziato da un semplice laboratorio teatrale a scuola -io sono di Frattamaggiore e il teatro mi ha un po’ tolto dall’ anonimato della provincia. Stare in scena mi ha fatto capire ciò che volevo essere, ciò è assolutamente lontano da un’idea egoriferita, mi dava la possibilità di poter dire qualcosa, da lì ho capito che dovevo studiare per continuare. Poi ho iniziato a seguire vari registi tra cui Francesco Saponaro e Mimmo Borrelli, attori come Ernesto Lama, Paolo Sassanelli, e il grande Enzo Moscato. Questi sono stati anche i miei maestri.
Che spettacolo proporrai al Vomero Off?
Il mio spettacolo si intitola: Sconosciuto. In attesa di rinascita. Nasce nel 2019 e il testo e la regia sono miei. Narra la storia di un uomo che da adolescente scopre, durante un litigio dei genitori, che la madre prima di lui ha avuto un aborto. Da lì si domanda se lui è frutto di un errore, se fosse stato desiderato dai suoi. Mi interessa parlare dell’ aborto dal punto di vista di un adolescente che copre questa cosa. Da questa notizia, inizia il dialogo con questo fratello mai nato, incolpa il fratello di averlo fatto nascere al posto suo, di aver subito una vita di incomunicabilità familiare, una vita in periferia. E’un raccontare dal punto di vista simbolico, sentirsi “aborto”. Qualcosa senza nome che non si conosce e non si conoscerà. Un monologo intenso, viscerale. Le voci interiori che prendono forma.
Sei stato Giuliano nella serie Prime “Pesci Piccoli” con i The Jackal. Mi dai tre aggettivi per definire questa esperienza?
Quotidiana, intensa e divertente
Cosa vuol dire avere il “sacro fuoco del teatro”?
Significa: dedicarsi, avere attenzione e rispetto per questa arte e intenderla come un lavoro, anche se nasce da una forte passione.
Ad ottobre 2024 riprenderai le repliche dello spettacolo Le 5 rose di Jennifer al Bellini con Daniele Russo. Tu interpreti il travestito Anna; come fa un uomo dalla massiccia fisicità come la tua a diventare in scena Anna, ed esser così credibile?
Non c’è un metodo esatto, ognuno ha un proprio modo di fare. Io, personalmente non ho categorizzato il personaggio come un travestito, come un uomo, come una donna, è una persona. E se trattiamo i personaggi come persone andiamo incontro a dei sentimenti universali che ci permettono di restituire al pubblico qualcosa che riconosciamo tutti, qualcosa di universale.
Progetti futuri?
Portare avanti questo spettacolo, poi per il cinema ho lavorato molto con Alessandro Gassmann e … attendiamo risposte dai provini. Prossimamente sarò nello spettacolo De rerum, che si farà per la rassegna del teatro antico di Pompei. Spettacolo riscritto da Fabio Pisano che si rifà al De rerum di Lucrezio, con la regia di Davide Iodice.