Continua il giro d’Italia, siamo sempre a nord, in Veneto. Quanti viaggi di nozze ha visto questa regione, dove giovani sposini venivano cullati dall’ondeggiamento di una gondola a Venezia, quanti sospiri e toccamenti di seno (ad una statua) sotto un celeberrimo balcone di Verona e quante sciate in tute griffatissime a Cortina. Una regione dove il turismo regna sovrano al posto dei Dogi che ha ispirato scrittori stranieri importantissimi. Proprio per questo i miei consigli non si limiteranno a segnalare autori che nel Veneto ci sono nati, ma anche chi dal Veneto è stato illuminato. Ammetto di aver faticato a selezionare proprio per il numero cospicuo di romanzi legati a questo paese sia per l’ambientazione che per i natali degli scrittori.
La verità dell’alligatore di Massimo Carlotto
L’alligatore è un uomo ossessionato dal desiderio di verità e di giustizia. Ex cantante di Blues, ingiustamente condannato a sette anni di carcere, gli è rimasta addosso la fragilità degli ex detenuti. I suoi metodi e le sue alleanze poco ortodosse ne fanno un detective sui generis, senza fiducia nella polizia e nella magistratura. Il suo solo compagno di indagini è il vecchio Rossini, un malavitoso vecchio stile con un suo codice di comportamento e una sua morale. I due intuiscono presto che gli omicidi di due donne, imputati a un povero tossico, sono in realtà maturati nei corrotti ambienti di una certa borghesia di provincia…
Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati
Giovanni Drogo, un sottotenente, viene mandato in una lontana fortezza. A nord della fortezza c’è il deserto da cui si attende un’invasione dei tartari. Ma l’invasione, sempre annunciata, non avviene e l’addestramento, i turni di guardia, l’organizzazione militare, appaiono cerimoniali senza senso. Quando Drogo torna in città per una promozione, si accorge di aver perso ogni contatto con il mondo e che ormai la sua unica ragione di vita è l’inutile attesa del nemico. Tornato alla fortezza, si ammala e proprio allora accade l’evento tanto aspettato: i tartari avanzano dal deserto. Nell’emozione e nella confusione del momento, senza che lui possa prendere parte ai preparativi di difesa, Drogo muore, dimenticato da tutti.
Bellissimo di Massimo Cuomo
Miguel è bellissimo, di una bellezza rara e miracolosa che sin dalla nascita scatena un culto appassionato in tutta la popolazione della città. Il fratello maggiore Santiago assiste ammirato e intimorito alle prodigiose reazioni che la bellezza dell’altro suscita nel padre e nella madre, nei passanti, nelle vicine di casa che affollano il cortile, nelle pretendenti smaniose che lo incalzano ovunque. Ama il fratello più piccolo ma finisce per diventarne l’ombra. Così come Miguel cattura sempre la luce dei riflettori, a Santiago tocca invece il buio degli angoli nascosti. Gli sguardi delle donne sono tutti per il fratello, la sua bellezza mantiene in secondo piano ogni aspetto dell’esistenza del primogenito. La vita tuttavia non fa sconti a nessuno e anche Miguel dovrà, attraverso un faticoso apprendistato, cercare la via per un rapporto maturo con gli altri.
Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari
Una delle opere facenti parte del “ciclo indo-malese” con protagonista Sandokan, principe di un sultanato del Borneo, spodestato dal trono dagli inglesi che gli hanno sterminato la famiglia, è la temuta Tigre della Malesia, capo dei feroci pirati le cui scorrerie in sanguinano i mari. Il suo rifugio è una piccola isola, Mompracem, un luogo inespugnabile dove vive circondato dai suoi fedeli Tigrotti, “uomini coraggiosi fino alla pazzia”. Affiancato dall’amico Yanez – l’avventuriero portoghese suo braccio destro Sandokan passa di lotta in lotta, di arrembaggio in arrembaggio, finché finisce ferito sulle coste di Labuan, isola controllata dai suoi nemici. Qui verrà soccorso da lord Guillonk che, ignaro della sua vera identità, non solo gli salverà la vita, ma gli farà conoscere sua nipote, Marianna, la cui leggendaria bellezza le ha meritato il soprannome di Perla di Labuan. Da quel momento la Tigre della Malesia sarà disposta a rischiare tutto – la sua isola, i suoi fidati Tigrotti, la sua stessa vita – per fare della Perla di Labuan la Regina di Mompracem.
Il prete bello di Goffredo Parise
Ambientato in epoca fascista dove la voce narrante è un bambino di nome Sergio, membro di una banda di ragazzi di Vicenza, attraverso i cui occhi viene svelata la realtà del mondo degli adulti: il romanzo si sofferma in particolare sulla vicenda di don Gastone Caoduro, giovane e avvenente parroco, sostenitore del regime e oggetto di desiderio delle zitelle della parrocchia. Prima fra tutte la padrona di casa, la signorina Immacolata, il cui avanzare è sempre anticipato dal fruscio di vesti e dal tintinnio di uno strano occhialino d’oro cesellato che porta con sé; poi le signorine Walenska, madre e figlia; il cavaliere Esposito – padre di cinque figlie che tiene recluse in casa come reliquie – e il cui unico vanto è il bagno foderato da carta da parati e dotato di water, che mostra a tutti gli ospiti come segno della propria elevazione sociale e culturale. Intorno a questo sistema sciamano come falene impazzite i più deboli, chi come Cena (amico di Sergio) è costretto a mille espedienti più o meno legali per portare ogni giorno un piatto di minestra a tavola.
Il mercante di Venezia di William Shakespeare
Per poter corteggiare degnamente Porzia il nobile Bassanio deve chiedere un prestito al mercante di Venezia Antonio. Antonio deve a sua volta farsi prestare il denaro dall’usuraio ebreo Shylock che, come pegno per la restituzione pone la possibilità di prelevare una libbra di carne sul corpo di Antonio, se il denaro non gli sarà reso il giorno fissato. Bassanio sposa Porzia, ma le navi di Antonio hanno fatto naufragio e Shylock pretende la libbra di carne. Porzia, travestita da avvocato, perora la causa di Antonio davanti al doge che grazia Shylock, ne confisca i beni e li divide tra Antonio e lo stato veneziano. Antonio rinuncia alla sua parte purché Shylock si faccia cristiano. Intanto alcune navi di Antonio compaiono salve in porto.