Ad apprendere questa notizia, inevitabilmente, abbiamo pensato a film e sceneggiati televisivi – come la recente serie spagnola La Casa di Carta, nota in tutto il mondo -, oppure alle imprese criminali di personaggi quali Diabolik o Arsenio Lupin; di certo, però, la differenza sta nel fatto che quanto stiamo qui per riportare è successo realmente, a Napoli. “La banda del buco”, così è stata definita la squadra di malviventi che, attraverso le fognature, ha messo a punto due colpi pesantissimi, a 24 ore di distanza l’uno dall’altro. Il primo è stato effettuato alla Banca Popolare di Milano, in piazza Carità, dove quattro persone, in tuta bianca e con il volto coperto, sono entrate all’improvviso, sbucando dal sottosuolo, subito dopo l’orario di chiusura al pubblico della filiale. I delinquenti erano armati e hanno tenuto in ostaggio per circa un’ora il personale a lavoro, facendosi consegnare il denaro a seguito dell’apertura delle casseforti segnata dal timer. Dopodiché, essi sono fuggiti sempre attraverso la rete fognaria. A quanto pare, i ladri hanno persino chiuso con delle assi di legno tutti i tombini nelle vicinanze, in modo da ritardare l’inseguimento da parte degli agenti di polizia. La refurtiva dovrebbe ammontare intorno ai centomila euro.
Ma, come si diceva, secondo quanto appreso dalle testate giornalistiche, la banda, con le stesse modalità, ha siglato un’altra rapina, a poche ore di distanza, in un ufficio postale di via Pontano. Qui, sono saltati fuori due uomini armati, sempre in tuta bianca, intorno alle 8.30, prendendo in ostaggio la direttrice della posta, la quale, scioccata, è stata poi assistita dal 118. Per fortuna, i malviventi non hanno esploso colpi e non hanno ferito nessuno, provocando solo tanto spavento.
Ora, certamente, ci auguriamo che le autorità riescano ad individuare i responsabili, i quali, con evidenza, hanno dimostrato di essere dei “professionisti” (ci si passi il termine), che hanno ben studiato le loro mosse. A costoro, però, ci piacerebbe dire che effettivamente la fogna è il loro habitat naturale, il posto a loro più consono, in quanto luogo preposto a far defluire quella stessa sostanza di cui anch’essi sono composti. E no, non è l’acqua!