Nelle scorse ore, come abbiamo purtroppo tutti avuto modo di apprendere, si è registrato un ennesimo agguato a Scampia, precisamente nei pressi del ponte del Don Guanella, all’interno del Parco dei Colombi. Come emerso e riportato da tutte le fonti giornalistiche, due uomini sono stati colpiti, in auto, da colpi di arma da fuoco, rimanendone uccisi. Le vittime, rispettivamente di 47 e 34 anni, sono state identificate e sono Giuseppe Di Napoli e Pasquale Torre, i quali, sembra, fossero vicini all’ex clan Lo Russo, oramai sciolto dopo arresti e pentimenti. Si tratta, con grande evidenza, quindi, dell’ennesimo episodio di stampo camorristico che si è consumato nell’area a Nord di Napoli, dove, per l’appunto, ultimamente, assai frequenti sono i casi che sfociano nella più bieca violenza. Sul posto sono prontamente intervenuti polizia, carabinieri, ambulanza e anche il magistrato di turno. Ad indagare, ora, è la Squadra Mobile di Napoli che si sta occupando di ricostruire le dinamiche interne alla criminalità organizzata che hanno portato a quello che pare, a tutti gli effetti, un regolamento di conti o un’imposizione di potere.
Numerose personalità del mondo politico partenopeo, ovviamente, sono intervenute sulla vicenda. Tuttavia, le parole più forti, in quanto assolutamente vere, sono state pronunciate dal parroco del Rione Don Guanella, Don Aniello Manganiello, il quale non ha mancato di attaccare le istituzioni, individuandone le loro responsabilità.
“Lo abbiamo ripetuto all’infinito. Non ci servono i militari. Servono finanziamenti, progetti, lavoro. Non abbiamo bisogno neanche delle passerelle dei politici. E’ nell’assenza dello Stato che si inserisce la camorra. I ragazzi hanno due possibilità: o vanno via o entrano nei clan”. Queste le parole del parroco.
Di certo, non possiamo, pure noi, dal canto nostro, non fare nostre, sposandole totalmente, le parole del sacerdote che conosce molto bene la realtà del posto. È, infatti, anche e soprattutto lo Stato che continua a latitare in troppe aree e fasce di popolazione, lasciando terreno fertile per la criminalità organizzata che si nutre delle tante, troppe mancanze, dalla disoccupazione galoppante all’alto tasso di dispersione scolastica. Quando accadono questi agguati di camorra molto spesso si sentono dire, da parte delle persone comuni, espressioni del tipo “fino a quando si ammazzano tra di loro è nulla”; e invece non è così, innanzitutto perché questo clima di violenza ci coinvolge tutti esponendoci, per giunta, al pericolo costante di esserne accidentalmente coinvolti. Dipoi, tutti dovrebbero poter avere il diritto di poter essere messi in condizione di scegliere una vita dignitosa senza finire, con troppa facilità, tra le maglie della criminalità fino a restarne ammazzati.