E’ allestita nelle sale del Museo di Patan, a Kathmandu, in Nepal, la mostra dal titolo “Mvah Cha”, di Namsal Siedlecki, a cura di Marcello Smarrelli, promossa dalla Fondazione Pastificio Cerere di Roma, in collaborazione con la Siddhartha Arts Foundation, fino all’8 agosto 2020. Il nucleo centrale dell’esposizione è costituito da una serie di sculture in bronzo realizzate dall’artista durante diversi periodi di residenza a Kathmandu in collaborazione con le fonderie locali. Le opere nascono dalle matrici utilizzate dagli artigiani per la fusione a cera persa delle statue votive legate ai culti religiosi nepalesi. L’exihibit è parte del progetto Crisalidi, vincitore della sesta edizione del bando Italian Council 2019, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo, oltre che incrementare le collezioni pubbliche con nuove produzioni.
“La scelta di invitare Namsal Siedlecki – dichiara Marcello Smarrelli – nasce dal grande apprezzamento e dalla lunga familiarità con la sua ricerca artistica, caratterizzata da un interesse scientifico e antropologico per i fenomeni, e dall’approccio quasi alchemico alla materia e ai suoi “passaggi di stato”: molti dei suoi lavori, infatti, riflettono sulla trasformazione dei materiali, decostruendo le opere fino a portarle al loro stadio embrionale”.
Con “Mvah Cha” l’artista sperimenta e approfondisce la tecnica della fusione a cera persa che si è sviluppata in maniera differente nelle diverse epoche e culture a causa di vari fattori, primo fra tutti le materie prime a disposizione degli artigiani. A differenza del procedimento diffusosi in Occidente, in cui nelle fasi di preparazione si impiega mattone triturato e gesso, in Nepal si utilizza il Mvah Cha, una malta ottenuta impastando argilla, sterco di vacca e pula, e l’involucro dei chicchi di riso. Siedlecki è rimasto particolarmente affascinato dal passaggio che precede la fusione, il momento in cui il modello in cera viene ricoperto da strati e strati di Mva Cha, formando un involucro così spesso da nascondere la forma originale.
Lavorando a stretto contatto con gli artigiani nepalesi, l’artista ha tramutato in opere questi manufatti che, seppur necessari alla realizzazione delle sculture, non lo sarebbero mai diventati in quanto questi devono essere distrutti per portare a termine il processo di fusione. Ne risultano oggetti dalle masse indefinite, dei non finiti, forme dall’espressività forte e primitiva, libere da canoni proporzionali, da precisi riferimenti anatomici, che tuttavia conservano una sottile relazione con l’iconografia religiosa induista e buddista, e ricordano allo stesso tempo l’estetica arcaicista della scultura del primo Novecento. La ripresa di antiche tecniche tradizionali e l’uso di forme primordiali danno vita a questa serie di sculture che mettono in dialogo passato e presente, oriente e occidente, sottolineando come la fascinazione per l’ignoto e per lo spirituale accompagni da sempre l’uomo, indipendentemente dalle epoche e dalle latitudini.
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato sarà il destinatario finale delle opere realizzate nell’ambito del progetto. “Sono molto felice che le opere di Namsal Siedlecki entrino nella nostra collezione grazie all’Italian Council”, dichiara la direttrice Cristiana Perrella, che prosegue: “Crisalidi manifesta non solo una sensibilità rara nella riflessione su materia, tecniche, e processi della scultura, ma anche un interesse al confronto con tradizioni e pratiche artistiche di altre culture che rende questi lavori molto rappresentativi della nostra idea di museo: aperto all’interazione tra linguaggi diversi della creatività, in grado di accogliere voci, culture e punti di vista differenti e di metterli in dialogo“.
Namsal Siedlecki (Greenfiend U.S.A. 1986), vive e lavora a Seggiano, in Toscana. Nel 2015 ha vinto la quarta edizione del Premio Moroso e il “Cy Twombly Italian Affiliated Fellow” in Visual Arts presso l’American Academy in Rome. Negli ultimi anni ha esposto il proprio lavoro presso numerose istituzioni tra cui: “Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci”, Prato; “Galeria Boavista”, Lisbona; “Villa Romana”, Firenze; “Fondazione Sandretto Re Rebaudengo”, Torino; “American Academy” in Rome; “Museo Apparente”, Napoli; Fondazione “Pastificio Cerere”, Roma; Fondazione “Bevilacqua La Masa”, Venezia; “Antinori Art Project”, Bargino; “Galeria Madragoa”, Lisbona; “Frankfurt am Main”, Berlino; “Cripta747″, Torino. Dal 2008 al 2013 ha gestito lo spazio indipendente “GUM” studio, prima a Carrara e poi a Torino.