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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
I Racconti Senzalinea

La strega di Napoli

Matteo Amitrano
Matteo Amitrano 2 anni fa
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8 Min Lettura
Napoli
Napoli
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Capitolo 1: La notte del canto di Napoli

A Napoli la notte era oscura e silenziosa, illuminata solo dalla luna piena. Il vento soffiava forte, agitando le fronde degli alberi e facendo scricchiolare le tegole dei tetti.

Contents
Capitolo 1: La notte del canto di Napoli
Capitolo 2: La storia della ragazza morta a Napoli

In un vicolo buio, tre giovani amici camminavano in silenzio. Erano Luca, Marina e Vanni, tre studenti universitari appassionati di storia e di misteri.

Luca era un giovane dalla testa fra le nuvole, sempre pronto a mettersi nei guai. Marina era una ragazza forte e decisa, innamorata di Luca senza che lui lo sapesse. Vanni era misterioso e tenebroso, con un segreto familiare che lo tormentava.

I tre amici camminavano in direzione dell’antico cimitero di Napoli, un luogo noto per le sue storie di fantasmi e di presenze maligne. Luca era un po’ titubante, ma Marina e Vanni lo avevano convinto a venire con loro.

Ad un certo punto, Marina si fermò. “Ascoltate”, disse. “Sentite quel suono?”

Luca e Vanni si fermarono a prestare attenzione. In lontananza, un suono sinistro e melodioso si levava nell’aria.

“È il canto di una strega”, disse Marina. “Raccontano che viva in questa zona.”

Luca sorrise. “Non ci credo”, disse. “Le streghe non esistono.”

“Eppure, quel suono…”, disse Marina.

Vanni non disse nulla. Guardava avanti, con un’espressione cupa sul volto.

I tre amici continuarono a camminare, sempre più vicini al suono. Quando arrivarono al cimitero, il canto si fece più forte e chiaro.

I tre amici si fermarono davanti al cancello del cimitero. Il suono proveniva da dentro, un suono che sembrava arrivare dall’aldilà.

“Non posso entrare”, disse Luca. “Ho paura.”

“Io vado”, disse Marina. “Dobbiamo scoprire cosa c’è dietro a quel canto.”

Vanni non disse nulla. Si avvicinò al cancello e lo aprì.

I tre amici entrarono nel cimitero. Il canto si faceva sempre più forte, e l’aria era impregnata di un odore di morte.

I tre amici camminarono tra le tombe, cercando la fonte del suono. Ad un certo punto, arrivarono davanti a una tomba antica, coperta di edera.

Il canto proveniva da dentro la tomba.

Marina si avvicinò alla tomba e la aprì. All’interno, una figura bianca vestita di nero si ergeva in piedi.

La figura era alta e magra, con capelli lunghi e neri e occhi rossi come il sangue.

“Chi sei?”, domandò Marina.

La figura sorrise. “Sono la strega”, disse. “E sono qui per uccidervi.”

Capitolo 2: La storia della ragazza morta a Napoli

La strega alzò la mano e lanciò un incantesimo. Un raggio di luce rossa colpì Marina, che cadde a terra priva di sensi.

Luca e Vanni si guardarono negli occhi. Sapevano che dovevano fare qualcosa.

“Cosa ci fai qui?”, domandò Luca alla strega.

“Sono qui per vendicarmi”, disse la strega. “Sono qui per vendicare la morte di mia figlia.”

“La tua figlia?”, domandò Marina, che nel frattempo si era ripresa. “Ma chi era tua figlia?”

“Era una ragazza come voi”, disse la strega. “Era giovane, era bella, e aveva la vita davanti a sé. Ma poi, un giorno, è stata uccisa.”

“Chi l’ha uccisa?”, domandò Luca.

“È stato lui”, disse la strega, indicando Vanni. “È stato lui che ha ucciso mia figlia.”

Vanni spalancò gli occhi. “No, non è vero”, disse. “Io non ho ucciso nessuno.”

“Dici il falso”, disse la strega. “Lo so che sei stato tu. Lo so che hai usato la tua magia nera per ucciderla.”

“Non è vero”, ripeté Vanni. “Io non ho mai usato la magia nera

Capitolo 3: Il segreto di Vanni

“Dimmi la verità”, disse Marina a Vanni. “L’hai uccisa o no?”

Vanni guardò Marina negli occhi, poi abbassò lo sguardo. “Sì”, disse. “L’ho uccisa.”

Luca e Marina rimasero senza parole. Non potevano credere che Vanni avesse confessato.

“Perché l’hai fatto?”, domandò Luca.

“Non volevo”, disse Vanni. “È successo per sbaglio.”

“Raccontaci tutto”, disse Marina.

Vanni si accomodò su una pietra e iniziò a raccontare la sua storia.

“Io e la tua figlia”, disse, rivolgendosi alla strega, “ci frequentavamo. Ci amavamo.”

La strega lo guardò con occhi pieni di dolore.

“Ma i nostri genitori non approvavano la nostra relazione”, continuò Vanni. “Volevano che ci lasciassimo.”

“Così una notte”, disse, “ci siamo incontrati di nascosto. Volevamo scappare insieme.”

“Ma poi”, disse, “è successo qualcosa di terribile.”

Vanni si fermò, incapace di continuare.

“Dimmi”, disse Marina. “Cosa è successo?”

Vanni sospirò. “Abbiamo litigato”, disse. “E io ho perso il controllo.”

“Ho colpito tua figlia”, disse. “E lei è morta.”

La strega pianse a dirotto.

“Perché non l’hai detto prima?”, domandò Marina a Vanni.

“Avevo paura”, disse Vanni. “Avevo paura di quello che avreste pensato.”

“Non ti giudichiamo”, disse Marina. “Siamo qui per aiutarti.”

Capitolo 4: La battaglia finale

La strega si alzò in piedi, furiosa. “Non mi importa di quello che dici”, disse. “Io ti ucciderò.”

La strega alzò la mano e lanciò un incantesimo. Un raggio di luce rossa colpì Luca, che cadde a terra privo di sensi.

Marina si precipitò a soccorrerlo, ma la strega la fermò.

“Non ti avvicinare”, disse. “O morirai anche tu.”

Marina era terrorizzata, ma non si arrese.

“Vanni”, disse, “devi fare qualcosa.”

Vanni si alzò in piedi, determinato. “Sì”, disse. “Lo farò.”

Vanni si avvicinò alla strega, tenendo in mano un antico libro di magia.

“Non ti lascerò vincere”, disse.

Vanni iniziò a recitare una formula magica. La strega cercò di fermarlo, ma Vanni era troppo forte.

La magia di Vanni iniziò a respingere la magia della strega. La strega urlò di rabbia.

Infine, la magia di Vanni vinse. La strega di Napoli fu sconfitta e scomparve.

Marina corse da Luca e lo abbracciò.

“Sei vivo”, disse.

“Grazie a te”, disse Luca. “Grazie a te e a Vanni.”

Capitolo 5: La fine

I tre amici tornarono a casa, stanchi e provati, ma anche felici di essere ancora vivi.

La storia della strega era finita, ma il segreto di Vanni era ancora un peso per lui.

“Devo andare”, disse Vanni ai suoi amici. “Devo trovare un modo per espiare i miei peccati.”

“Non andare”, disse Marina. “Resta con noi.”

“Non posso”, disse Vanni. “Devo fare questo da solo.”

Vanni si avviò nella notte, lasciando i suoi amici soli.

Marina e Luca si guardarono negli occhi.

“Non lo rivedremo mai più”, disse Marina guardando Napoli e quel cimitero.

“Forse”, disse Luca. “Ma non importa. Lo porteremo sempre con noi.”

Marina e Luca si abbracciarono.

La notte era finita, e nella città di Napoli un nuovo giorno stava per sorgere.

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Pubblicato da Matteo Amitrano
Amante della scrittura e della buona lettura. Laurendo in lettere antiche, autore di brevi racconti e super tifoso del Napoli.
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