Trama: Carminia non riesce a guardare nessuno negli occhi. Vorrebbe che non le rivolgessero mai la parola, nemmeno per augurarle buongiorno. Il minimo ritardo la infastidisce, un quadro storto la infastidisce. Ha un menu fisso per ciascun giorno della settimana, un ordine preciso per vestirsi ogni mattina, un modo corretto con cui la carta igienica deve scorrere sul portarotolo, e diciotto copie del suo libro preferito in soggiorno, su uno scaffale. Rifugge qualsiasi rumore o semplice contatto umano. La verità è che le persone sono d’intralcio alla sua esistenza. Carminia ha la trasparenza del camaleonte, la stessa capacità di adattarsi alle situazioni in cui si trova e, in quelle, sparire. Eppure soffre per tutto ciò che non le riesce, la disturba, non le viene naturale: ha la sindrome di Asperger, ma ancora non lo sa. È solo quando finalmente le viene diagnosticata, e la madre sembra riemergere da un’infanzia ormai lontanissima, che il suo mondo di ordine e routine comincia a vacillare. Insieme a Rebecca, una bambina impertinente e linguacciuta, Carminia si troverà allora a dover fare i conti con se stessa, con il suo modo di abitare il mondo e con ciò che significa, alla fin fine, normalità.
DeA Planeta Libri
Recensione: Carminia, la protagonista è una donna che sin dalle prime righe mi è entrata nel cuore. Sarà per la sua personalità fuori dal comune e un po’ bizzarra, sarà per la bravura di Anita Pulvirenti nel narrarne le vicende.
Carminia ha le sue routine, le sue fissazioni, ma soprattutto le sue paure. Il mondo non la capisce, lei neanche accetta totalmente la sua situazione, prova a reagire, ma è tutto molto complicato. Ha una nonna che l’ha sempre protetta, ha fatto le veci di una madre che non c’è. Solo l’incontro con una psicologa riesce a mettere in luce il perché del suo modo di vivere: Sindrome di Asperger. Non è una malattia perché da questa forma di autismo non si guarisce, ma prendendone consapevolezza diventa più facile conviverci. Carminia, come molte donne affette da tale sindrome è come un camaleonte che riesce a mimetizzarsi e mimetizzare il disturbo che anni di terapia e decine di medici non sono mai riusciti a svelare, iniziando ad essere accondiscendente per essere accettata.
Durante le vicende, la bolla che avvolge la sua vita inizia a rarefarsi grazie a due incontri: Rebecca e Fabio che rappresentano un po’ la sua coscienza, il suo alter ego, il suo desiderio.
Una storia descritta con delicatezza e grande consapevolezza, un insegnamento all’accettazione. Sottolinea quanto, purtroppo, a volte sia difficile anche per chi è del settore, diagnosticare un problema quando dall’altra parte c’è chi non vuole farselo diagnosticare. Perché è questo il focus, la spiegazione del titolo: ci si può nascondere benissimo.
Riconosco che alcuni atteggiamenti di Carminia siano del tutto normali, ognuno di noi ha delle piccole fissazioni e delle routine che guai ad interferire. Carmina è una di noi!
Anita Pulvirenti vive a Catania. Finalista e menzione speciale al concorso per inediti “Fai viaggiare la tua storia” creato da Libromania e Autogrill, “La trasparenza del camaleonte” è il suo primo romanzo.
INTERVISTA
Come nasce “La trasparenza del camaleonte”?
“La Trasparenza del Camaleonte” nasce da una lunga riflessione dopo una lezione di psicologia all’università. Mi ha incuriosito inizialmente il mondo dell’autismo e soprattutto del femminile al suo interno. Le donne Asperger tendono, come i camaleonti a mimetizzarsi, indossare una maschera, cambiare colore per cercare di non dare nell’occhio. Il fenomeno si chiama appunto camaleontismo sociale e siccome i camaleonti per conoscere il proprio colore devono posarsi sul vuoto, mi sono domandata dove porti questo mascheramento. E ho visto che conduce a una rinuncia gravissima: non poter essere se stessi.
La sindrome di Asperger è trattata con molta professionalità. Che esperienze ha avuto?
Durante la fase di studio e ricerca prima e della stesura del romanzo poi ho cercato di concentrarmi soprattutto sull’aspetto sociale più che su un percorso clinico. Sul modo, cioè, in cui ci comportiamo davanti a qualcuno che non rispecchia i canoni, o semplicemente le nostre aspettative. Ho studiato tanto, ed è servito, ma più di tutto sono le esperienze raccolte dalla viva voce di chi si è messo a disposizione raccontandomi la sua quotidianità di neurodiversa dentro un mondo fatto per i cosiddetti normali a creare nella mia mente il personaggio principale. Vivere ogni giorno nell’incomunicabilità è devastante per chiunque, non sentirsi compresi o accettati, costretti a fingersi diversi per accondiscendere all’organizzazione sociale, tutto questo può rendere la vita impossibile.
Un romanzo che ha riscosso successo: ha ricevuto la menzione speciale della giuria alla terza edizione del premio “Fai viaggiare la tua storia” ed ora è fra i romanzi selezionati dal Premio città di Cuneo. Come vive questa popolarità?
“La trasparenza del Camaleonte” ancora dopo quasi un anno dalla pubblicazione riceve riscontri positivi e questo mi rende molto felice. Ma soprattutto mi piace sentire cosa ne pensano i lettori, non mi ritengo popolare tranne quando mio figlio si stupisce di ritovare il mio nome su internet! Vorrei soltanto che la storia di Carminia, che io ho solo scritto ma che è la storia di tante persone, possa andare ancora lontano. Il giorno della pubblicazione ho avvertito come un distacco fisico: come se il libro fosse da quel momento un po’ meno mio e un po’ più di chi lo legge.
Un libro di cui vedo bene la trasposizione cinematografica, se fosse possibile, chi sceglierebbe per interpretare Carminia?
Spesso ho provato a immaginare la trasposizione sullo schermo e sono in grande difficoltà a pensare a un volto femminile che possa interpretare Carminia. Nel romanzo in realtà la descrivo poco fisicamente, proprio perché desidero che il lettore la immagini come la compagna di scuola o la collega di lavoro con cui non è mai riuscito a relazionarsi perché gli sembrava scostante e spigolosa, ma se dovessi immaginare un nome forse direi Alba Rohrwacher.
Attualmente sta lavorando ad nuovo libro?
Io scrivo sempre, ho terminato un romanzo per ragazzi che racconta di sport e amicizia e adesso mi sto dedicando a una biografia romanzata di una importante autrice troppo spesso dimenticata. Da anni ormai la scrittura accompagna le mie giornate e non potrei più farne a meno. Da quando ho capito che questa era la strada giusta per me ho portato a termine una decina di romanzi. Non per pubblicarli, ma perché troppo forte era l’urgenza di scriverli.