Si erge in tutta la sua solennità nei pressi di una delle piazze più importanti e famose di Napoli, Piazza del Gesù Nuovo, il complesso monumentale di Santa Chiara, comprendente il Monastero, il Convento e la Chiesa. Esso fu costruito nel 1310, e concluso nel 1328, per volere del monarca Robertò D’Angiò e della sua seconda moglie Sancia di Maiorca. L’idea di realizzare un monastero e un convento si deve proprio ai sovrani, i quali, profondamente devoti a San Francesco di Assisi e a Santa Chiara, decisero di accogliere nella cittadella francescana le Clarisse, che risiedettero nel monastero, e i Frati Minori che condussero la propria vita spirituale in convento. Questa conformazione a “convento doppio” fu resa possibile grazie all’approvazione papale ottenuta nel 1317. La storia di questo monumento è decifrabile dalla sua magnifica struttura, a partire dalla chiesa. Sorta con il titolo Ostia Santa o Sacro Corpo di Cristo (dedicazione suggerita dal Miracolo Eucaristico di Bolsena) poi denominata Santa Chiara per lo straordinario numero di Clarisse presenti nel monastero, si presentava originariamente in stile gotico. Attraverso l’opera di Giotto, chiamato a decorare le pareti della chiesa nel 1326, la chiesa subirà poi nel 700 notevoli cambiamenti sotto l’influsso barocco apportato dall’architetto D. A. Vaccaro che arricchì il complesso con fastosi rivestimenti, marmi policromi, stucchi e cornici dorate. Un decisivo mutamento fu dovuto anche da un cruente avvenimento. In piena seconda guerra mondiale, la chiesa venne distrutta quasi totalmente da un bombardamento aereo il 4 agosto 1943. Essa fu successivamente ricostruita sotto la direzione di Mario Zampino secondo l’originario stile gotico. Alcuni tesori rimasti immuni dalle macerie sono stati collocati in eposizione nel Museo dell’Opera, adiacente al Chiostro. Qui si possono anche osservare diversi reperti rinvenuti durante gli scavi. I lavori terminati dieci anni dopo consentirono la riapertura della chiesa al culto.Si possono ammirare nel complesso diverse strutture. Tra queste non si può non nominare il Chiostro maiolicato del Monastero, che nel corso dei secoli ha subito varie trasformazioni. La più importante è stata eseguita dal Vaccaro che ha apportato modifiche al giardino costruendo due viali che, incrociandosi, hanno diviso il giardino in quattro settori. Interessante è notare le scene di vita quotidiana dell’epoca dipinte sui pilastri, mentre le pareti dei quattro lati del chostro sono decorate da affreschi secenteschi raffiguranti santi, allegorie e storie dell’Antico Testamento. Inoltre, all’ingresso del chiostro è possibile ammirare un presepe con pastori del Settecento e Ottocento. Creati minuziosamente con abiti di stoffa, essi rappresentano personaggi della vita quotidiana dell’epoca. Ciò che emerge, tuttavia, è la raffigurazione della natività, ambientata non in una stalla, bensì in un monumento romano diroccato. Questa peculiarità simboleggia il trionfo del cristianesimo sul paganesimo, ma riflette anche il profondo interesse suscitato dalle imminenti scoperte degli scavi di Ercolano agli inizi del XVIII secolo.Il complesso monumentale di Santa Chiara è anche aperto a iniziative di vario genere. Tra queste una Mostra fotografica che si terrà fino al 10 gennaio. Per altri eventi visitare il sito: http://www.monasterodisantachiara.com/