L’allarme arriva dal Washington Post che evidenzia le parole del Neil Jacobs del Noaa, (National Oceanic and Atmospheric Administration), che ha spiegato a una commissione sull’ambiente, è che la frequenza a 23 Gigahertz fondamentale per il 5G è pericolosamente vicina a quelle usate dai microsatelliti per misurare la quantità di vapore acqueo nell’atmosfera, questo potrebbe potrebbe far perdere fino al 77% dei dati raccolti. Questo ridurrebbe la capacità di previsione del 30% e porterebbe ad una diminuzione delle previsioni sull’andamento degli uragani di due o tre giorni. Un balzo indietro di circa 40 anni.
The Guardian riporta che le stesse preoccupazioni sono state evidenziate qualche giorno fa da Tony McNally dell’ European Centre for Medium-Range Weather Forecast che ha dichiarato:
“Il modo in cui stiamo introducendo il 5G potrebbe compromettere seriamente la nostra abilità di prevedere le grandi tempeste, e questo può fare la differenza tra la vita e la morte. Siamo molto preoccupati”