A causa della pandemia da COVID-19, l’attenzione di questi ultimi anni si è molto concentrata su diversi sintomi influenzali come ad esempio febbre, dolori articolari, dolori muscolari, ma non sempre tutto è legato ad un’infezione da SARS-CoV-2; esistono condizioni patologiche con sintomi molto variabili, spesso anche simili a quelli influenzali, ma più duraturi e recidivanti; tali condizioni patologiche possono avere esiti molto diversi e talvolta invalidanti. Una patologia nota e diffusa e spesso sottovalutata è l’artrite reumatoide.
L’artrite reumatoide è una malattia cronica sistemica autoimmune che coinvolge principalmente le articolazioni e più frequentemente quelle delle mani e dei piedi. Si innesca uno stato di infiammazione cronica con conseguente progressiva distruzione delle strutture articolari, in genere preceduta da gonfiore e dolore.
L’artrite reumatoide è considerata una patologia autoimmune, cioè che coinvolge il proprio sistema immunitario nel processo di infiammazione, ma la causa esatta non è ancora definita. Alcuni elementi del sistema immunitario attaccano i tessuti sinoviali, tessuti che ricoprono le articolazioni, infiammandoli ed inoltre possono essere coinvolti anche i tessuti connettivi di altri organi come i polmoni o i vasi sanguigni. Lo stato infiammatorio cronico se duraturo comporta una degenerazione del tessuto coinvolto causando deformità e deposito di tessuto cicatriziale all’interno dell’articolazione. È possibile che sia presente una predisposizione genetica individuale sulla rapidità di evoluzione della malattia, ma anche fattori ambientali esterni possono peggiorare la prognosi come il fumo di sigaretta e le infezioni virali.
L’esordio è in genere insidioso, i primi sintomi possono essere rappresentati da rigidità mattutina articolare, astenia, inappetenza e occasionalmente febbricola. I sintomi articolari comprendono dolore, tumefazione e rigidità.
I sintomi articolari sono caratteristicamente simmetrici. Tipicamente la rigidità dura oltre un’ora dal risveglio mattutino, ma può ripresentarsi dopo qualsiasi periodo prolungato di inattività. Le articolazioni colpite sono dolenti, arrossate, calde, tumefatte e con limitazione del movimento. Le articolazioni principalmente coinvolte comprendono:
- mani
- polsi
- dita della mano
- piedi
- dita del piede
Teoricamente qualsiasi articolazione può essere colpita ad eccezione di quelle interfalangee distali e più difficilmente della colonna.
Se non curata, tale condizione può evolvere in deformità articolari con rigidità tale da impedirne il corretto movimento e con conseguente deficit della funzionalità.
La diagnosi è basata su criteri clinici ben definiti dalle linee guida, esami ematochimici (come Fattore reumatoide, anticorpi anti-peptide citrullinato, VES, PCR) e indagini radiografiche. È importante nel caso di sospetto di tale malattia, praticare una visita specialistica reumatologica atta a giungere ad una diagnosi precoce. Infatti, una terapia precoce può modificare in senso positivo l’evoluzione della malattia.
Il percorso terapeutico prevede l’uso di:
- Farmaci che hanno lo scopo iniziale di modulare la risposta infiammatoria rallentando l’evoluzione delle alterazioni articolari, tra le diverse classi conosciamo: DMARD (Farmaci antireumatici modificanti la malattia), Corticosteroidi, Farmaci immunosoppressori, Agenti biologici. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) hanno invece il ruolo di migliorare il dolore, ma non la progressione della patologia
- Modifiche dello stile di vita (riposo, alimentazione, attività fisica e sospensione del fumo)
- Schemi di Fisioterapia
- Talvolta interventi chirurgici nelle fasi più avanzate della malattia atti a migliorare le limitazioni funzionali causate dalla patologia.
Riferimenti
MSD Manuals, Artrite reumatoide. Di Apostolos Kontzias, MD, Stony Brook University School of Medicine