Ancora cinema, ancora il desiderio di recuperare tasselli immortali dei grandi successi della cinematografia di tutti i tempi. Questa volta, abbiamo deciso di raccontarvi, a nostro modo, le 5 colonne sonore più suggestive che hanno accompagnato lungometraggi altrettanto indimenticabili.
La prima colonna sonora che vi proponiamo è “Moon River”, un brano musicale composto da Johnny Mercer e Henry Mancini nel 1961. Fa parte della colonna sonora di “Colazione da Tiffany”, un film del 1961 diretto da Blake Edwards, con Audrey Hepburn e George Peppard, tratto dall’omonimo romanzo del 1958 di Truman Capote.
Il film è unanimemente considerato uno dei più famosi del cinema del Novecento. Con questa pellicola, Audrey Hepburn, con la lunga sigaretta con bocchino pendente dalle labbra, è diventata un’icona del cinema americano. Le immagini tratte da alcune celebri scene del film si trovano spesso all’interno delle caffetterie di tutto il mondo, sebbene solo il titolo e la scena iniziale del film alludano a una colazione.
La colonna sonora di “Colazione da Tiffany”, vincitrice dell’Oscar alla migliore colonna sonora nel 1962, venne interamente composta e selezionata da Henry Mancini, compositore vincitore di quattro premi Oscar, e raggiunse la prima posizione nella Billboard 200 per 12 settimane. La canzone “Moon River” fu composta da Mancini (musica) e Johnny Mercer (testo), e vinse anch’essa un Oscar, quello per la migliore canzone.
Mercer e Mancini scrissero la canzone appositamente per la Hepburn in modo che fosse adatta alla sua estensione vocale. “Moon River”, infatti, viene cantata dall’attrice nella scena in cui il personaggio interpretato da George Peppard, Paul “Fred” Varjak, scopre Holly Golightly (Audrey Hepburn) che canta accompagnandosi con una chitarra alla finestra.
La versione originale cantata da Audrey Hepburn non è inclusa nell’album della colonna sonora di “Breakfast at Tiffany’s”. Sono molti gli artisti che hanno riproposto cover di questo , tra cui Andy Williams, che ne registrò una versione che costituì il suo più grande successo, Frank Sinatra, Louis Armstrong, Paul Anka, Morrissey, Mina, R.E.M. e Judy Garland.
Solo dopo la morte della Hepburn nel 1993 venne finalmente pubblicata la versione originale della canzone nell’album “Music from the Films of Audrey Hepburn”.
Spesso e volentieri la musica è come un treno sul quale salire per rivivere certi ricordi; basta spegnere il mondo e alzare il volume, magari chiudere gli occhi, e tutto prende vita, tutto torna a galla. È quello che accade in “Nuovo Cinema Paradiso”, indimenticabile film del 1988 di Giuseppe Tornatore, in cui la colonna sonora funge da scivolo per l’anima e le note disegnano, a ogni inquadratura, un ricordo che non sapevamo di avere, in una terra che non sapevamo di conoscere e con uno strumento – il cinema – che sa psicanalizzarci e alienare l’ingombrante innovazione che ci portiamo appresso, scorticando fino al midollo la vera essenza dell’arte. Amore, nostalgia, malinconia, questi i principali ingredienti di “Nuovo Cinema Paradiso”, gli stessi di cui è intrisa la bellissima colonna sonora firmata da Ennio Morricone e dal figlio Andrea.
Ci piace ricordare che “Nuovo cinema Paradiso” ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1989 e l’Oscar per il miglior film straniero. Un’ultima annotazione a margine di questa meravigliosa colonna sonora: il tema principale del soundtrack è stato eseguito perfino da Pat Metheny e Charlie Haden nel lavoro discografico “Beyond The Missouri Sky” del 1997, capolavoro assoluto della musica jazz contemporanea.
Non verremo tacciati di nazionalismo nel presentarvi un’altra colonna sonora composta dal grande Ennio Morricone che, lo ricordiamo, nonostante le musiche meravigliose che ha composto negli anni della sua lunga e appassionata carriera, ha vinto il suo primo premio Oscar per la migliore colonna sonora di un film, “The Hateful eight” del regista Quentin Tarantino, solo all’età di 87 anni e certamente non con la sua migliore realizzazione.
Parliamo, dunque, della colonna sonora di “C’era una volta il west”. un film del 1968 diretto da Sergio Leone. È un western all’italiana di tonalità epica prodotto dalla Paramount Pictures e interpretato da Claudia Cardinale, Henry Fonda, Jason Robards e Charles Bronson. La sceneggiatura venne scritta da Leone e Sergio Donati, da un soggetto ideato da Sergio Leone, Bernardo Bertolucci e Dario Argento.
La magia delle Montagne Rocciose e gli incantevoli paesaggi dell’Oregon fanno da sfondo a racconti di carovane in fuga e vendette all’ultimo sangue.
La musica è stata scritta da Ennio Morricone, collaboratore regolare di Leone: un sound ossessionante, enfatizzato dal suono acuto e stridulo di un’armonica, contribuisce alla grandezza del film .
Il film presenta leitmotiv che si riferiscono a ciascuno dei personaggi principali (ognuno con il proprio tema musicale), nonché allo spirito del West americano. Particolarmente interessante è la voce senza parole della cantante italiana Edda Dell’Orso durante il tema musicale di Jill. Era desiderio di Leone che la musica fosse suonata durante le riprese del film e, per questo, fece comporre a Morricone la colonna sonora prima dell’inizio delle riprese, e riprodusse la musica in sottofondo sul set.
La colonna sonora del film venne pubblicata nel 1972, includeva originariamente 10 tracce e nel mondo vennero vendute circa 10 milioni di copie dell’album.
La quarta colonna sonora di cui vi parliamo ha accompagnato in maniera emblematica le scene di “Fuga di mezzanotte” (“Midnight Express”), un film del 1978 diretto da Alan Parker.
Tratto dalla vicenda reale vissuta da un americano in Turchia negli anni ’70, il film è stato realizzato a partire da una sceneggiatura di Oliver Stone, abile nel delineare il progressivo deterioramento della condizione fisica e psicologica del protagonista, un Brad Davis davvero molto credibile. Il film girato con ottimo ritmo, si avvale appunto della stupenda colonna sonora composta da Moroder.
Il film consacrò il talento registico di Alan Parker ma va ricordato anche per la bella interpretazione di John Hurt e per la presenza anche di tre ottimi attori italiani Franco Diogene, Gigi Ballista e Paolo Bonacelli.
La pellicola venne presentata in concorso al 31º Festival di Cannes e ricevette sei candidature ai Premi Oscar del1979, aggiudicandosi due statuette, qulla per la sceneggiatura di Stone e quella per la colonna sonora di Giorgio Moroder. Molto apprezzata fu anche l’interpretazione dell’attore Brad Davis, premiato con un Golden Globe come miglior attore debuttante: per il giovane interprete il premio significò l’ascesa fra le maggiori star del momento anche se, nel nostro immaginario, rimarrà nella storia per la celebre interpretazione in “Querelle de Brest”, capolavoro di R. W. Fassbinder.
«Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l’esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla.»: con queste parole l’immortale Pablo Neruda ci introduce all’interno de “Il postino”, un film del 1994 diretto da Michael Radford e Massimo Troisi, e la quinta colonna sonora che vogliamo ricordarvi è proprio quella che fa da bordone a questo film.
Ultima interpretazione dell’attore, scomparso solo 12 ore dopo la fine delle riprese; “Il Postino” è ispirato a “Il postino di Neruda”, romanzo scritto dal cileno Antonio Skármeta.
Le riprese iniziarono nell’autunno del ’93 a Pantelleria, poi a Salina e si conclusero a Procida, con un cast d’eccezione, Massimo Troisi, Philippe Noiret e Maria Grazia Cucinotta, lanciata nel mondo del cinema appunto con questo film. Ricordato per essere stato il film-testamento di Troisi, il film venne presentato al Festival di Venezia il 1º settembre 1994.
Il New York Times ha inserito la pellicola nella sua lista dei 1000 migliori film di sempre.
Il film ha ottenuto 5 candidature agli Oscar 1996, quella come miglior film, miglior attore protagonista (Massimo Troisi), miglior regia (Michael Radford), miglior sceneggiatura non originale e miglior colonna sonora drammatica. Tuttavia, solo quest’ultima candidatura si è tradotta nella conquista di una statuetta.
Relativamente a questa colonna sonora, è giusto ricordare che Luis Bacalov, dopo una lunga lite e una causa per plagio durata circa diciotto anni, ha riconosciuto a Sergio Endrigo, Riccardo Del Turco e Paolo Margheri la co-paternità delle musiche.
Luis Bacalov, grande musicista di origini argentine, è stato l’arrangiatore e il direttore d’orchestra dei primi successi di Gianni Morandi, di Rita Pavone, del newyorkese Neil Sedaka, di Umberto Bindi, di Gino Paoli e dello stesso Sergio Endrigo. Con Endrigo, Bacalov ha lavorato per undici anni, un sodalizio artistico che ha prodotto pezzi come Io che amo solo te, Lontano dagli occhi, L’arca di Noè , Canzone per te.
Poi la lite, proprio a causa della colonna sonora di “Il Postino”, in cui Endrigo riconobbe la totalità melodico-armonica di un suo brano inciso nel 1974, composto assieme al cognato Riccardo Del Turco (autore ed interprete di hit come Luglio e Che cosa hai messo nel caffè?) e a un amico paroliere e musicista dilettante, Paolo Margheri.