Condensare in un semplice articolo tutto ciò che il Teatro San Carlo ha significato, non solo per Napoli ma per l’intera cultura mondiale, è praticamente impossibile. Dal Settecento fino ai giorni nostri, infatti, in esso non sono semplicemente passati i principali esponenti della storia della musica e dell’opera lirica, in esso sono proprio state scritte tra le pagine più importanti di ciò che è il concetto stesso di Teatro.
Localizzato nel centro della città, nelle immediate vicinanze di Piazza del Plebiscito e della Galleria Umberto I, collegato direttamente al Palazzo Reale, il San Carlo è, in tutti i sensi, il cuore pulsante di Napoli. L’enorme bagaglio culturale partenopeo, di cui elemento essenziale è la tradizione musicale e teatrale, trova, invero, nella magnificenza del Massimo la sua rappresentanza più alta.
Ebbene, proprio in questi giorni, pensate che decorrono i 280 anni della struttura, la quale fu appunto inaugurata il 4 novembre 1737, con la messa in scena dell’Achille in Sciro di Domenico Sarro, su libretto di Pietro Metastasio. Il giorno dell’apertura non fu casuale, perché fu fatto corrispondere all’onomastico di Carlo di Borbone (da cui il nome), ovvero l’illuminatissimo sovrano che ne volle fortemente la realizzazione, in quanto componente fondamentale per una capitale di un regno degna di poter essere definita tale. Costruito per opera degli architetti Giovanni Antonio Medrano e Angelo Carasale – con i successivi rifacimenti di Antonio Niccolini -, come si può facilmente intuire dalla data, esso è il teatro d’opera più antico non solo d’Italia ma del mondo. La sua capienza originale era di oltre 3000 posti, ma, al di là della grandezza fisica, è la vastità storica ed artistica che è stata contenuta in questo edificio ciò che veramente sorprende. Non a caso, nell’arco di tre secoli tutti i nomi della musica che davvero contano, italiani e non, sono entrati al suo intero ed hanno esibito il loro talento, il loro genio e la loro arte. Compositori, direttori d’orchestra, cantati e tanti altri professionisti di primo profilo e di raro spessore hanno calcato quel prestigioso palcoscenico.
Dunque, trovarsi a scrivere su una realtà di questa portata, un’entità di tal pregio e dal valore inestimabile, come si diceva all’inizio, è alquanto complicato, perché ci si sente infinitamente piccoli e le nostre parole risultano tutt’altro che bastevoli. Proviamo a riportare qui, allora, quelle sicuramente più efficaci di un celebre scrittore dell’Ottocento, Stendhal. Il francese infatti, durante il suo viaggio in Italia, fece ovviamente tappa a Napoli e rimase letteralmente stregato ed abbagliato dallo splendore del Real Teatro di San Carlo, del quale assistette alla seconda inaugurazione nel gennaio 1817, dopo l’incendio che lo colpì nell’anno precedente. Queste le parole dello scrittore per l’esperienza vissuta: “Finalmente il gran giorno: il San Carlo apre i battenti. Grande eccitazione, torrenti di folla, sala abbagliante. All’ingresso, scambi di pugni e spintoni. Avevo giurato di non arrabbiarmi, e ci son riuscito. Ma mi hanno strappato le falde dell’abito. Il posto in platea mi è costato 32 carlini (14 franchi) e 5 zecchini un decimo di palco di terz’ordine. La prima impressione è d’esser piovuti nel palazzo di un imperatore orientale. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Niente di più fresco ed imponente insieme, qualità che si trovano così di rado congiunte. […] L’apertura del San Carlo era uno dei grandi scopi del mio viaggio, e, caso unico per me, l’attesa non è stata delusa. […] Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è come un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare».
Si dice, fin dall’antichità, che il Teatro, come massima espressione umana ed intellettuale, sia l’anima di una società civile. Orbene, da 280 anni, Napoli può vantare, per la sua anima, una cornice d’oro, come per il quadro più bello del mondo. Napoli, per la sua anima, da 280 anni può fregiarsi di un vestito smagliante, abbagliante – per citare nuovamente Stendhal – elegante, come la donna più bella del mondo; come una donna perrennemente giovane, allo stesso modo del nostro San Carlo. Un teatro, a sua volta, eternamente giovane, nonostante l’età e gli anni che passano, perché, da sempre, strettamente connesso al fermento e alla vivacità culturale intramontabile della città.