Sarò breve, perché ho già sprecato abbastanza tempo, inchiostro e connessioni sinaptiche per in…fervorarmi su questo argomento, ma in questo agosto molto triste è tornato alla ribalta uno dei problemi che assillano il popolo smartphone-dipendente: Il selfie a tutti i costi.
Sabato 18 agosto si sono svolti i Funerali di Stato di parte delle vittime del ponte Morandi, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e delle più alte cariche, tra cui Di Maio e Salvini, questi ultimi accolti al loro ingresso da applausi e urla di giubilo e già qui, da dirne, ce ne sarebbe…

Proprio il Ministro dell’Interno è riuscito a farsi riconoscere anche in un momento così drammatico, dispensando selfie a coloro che lo richiedevano, neanche fosse al carnevale di Rio. Naturalmente i suoi sostenitori negano tutto e affermano che la signora che appare nella foto che ha fatto il giro di tutti i siti e giornali, gli stava solo mostrando un video sul cellulare. SOLO?!?! Un video? Sul cellulare? In un luogo in quel momento sacro, durante dei Funerali di Stato??? E certo, a lui basta sventolare Bibbia e Rosario durante i comizi per arringare le folle, ma col rispetto per i morti e la tristezza di un funerale, ci si pulisce letteralmente le scarpe, per non dire altro!

Ah, se non riuscite a capire la gravità di un simile gesto, ma anzi, tentate addirittura di giustificarlo, dicendo che lui non può deludere i suoi elettori (e certo, perché invece dei morti chissene frega, tanto loro non votano), avete anche voi dei problemi non indifferenti.
Nei giorni seguenti si è potuto tristemente notare che la schiera dei malati di selfie non conosce vergogna alcuna: gente che si recava nei pressi del ponte, senza alcun motivo reale, che so, dire una preghiera, dedicare un pensiero, un momento di raccoglimento, ebbene no, signori della giuria, quelle persone stavano lì esclusivamente per fare e farsi foto di pessimo gusto. Sì, stavolta non si può neanche dire che il gusto sia “dubbio”, è proprio pessimo, senza possibilità di appello.

Cosa vi porta a fotografare un luogo dove sono morte delle persone? O peggio, a fotografarvi sorridenti, in un luogo dove sono morte delle persone? Beh, in fondo non c’è molto da stupirsi dato che c’è gente che si fa selfie nelle camere a gas di Auschwitz davanti ai muri graffiati dalle unghie dei poveri disperati morenti. Il turismo dell’orrore non conosce davvero limiti.
È di non molto tempo fa la notizia di un mentecatto, e sono stata fin troppo gentile nel definirlo, che si faceva felicemente dei selfie davanti al cadavere di una donna investita da un treno, con tanto di dita in segno di vittoria… ma vittoria su cosa? Sul tuo cervello forse, su cui la tua stupidità ha avuto la meglio? Sulla umana decenza, che evidentemente non sai neanche dove stia di casa? Per cosa, di grazia, dovresti essere vittorioso davanti a una persona morta?

E non dimentichiamo quello che ha assistito all’investimento di un’anziana donna e di suo figlio e invece di prestare soccorso o chiamare aiuto, ha pensato che girare un video delle vittime stese sull’asfalto e cercare di farci soldi vendendolo ai giornali, fosse un’idea assolutamente geniale!
Io non so, resto sempre più basita, anzi peggio, mi sento pervadere da un neanche tanto vago senso di terrore: terrore che il mondo sia popolato da certa feccia, che respira la mia stessa aria, si aggira per le mie stesse strade e ha i miei stessi diritti di voto.