Mai una sola parola su infortuni e arbitraggi che hanno tolto tanti punti ai partenopei: in questo modo Spalletti si è guadagnato il rispetto di tutti, oltre ad aver responsabilizzato una squadra che è andata ad espugnare il Meazza, chiudendo la gara con Malcuit, Juan Jesus, Ghoulam in difesa, tre simboli di calciatori dimenticati e vilipesi, senza contare il povero Lobotka, trasformato da barilotto a nuovo Pizarro della mediana azzurra.
Venenum in cauda, direbbero i latini, e allora partiamo dalla fine: una delle tante mischie furibonde nell’area del Napoli aveva portato al pari di Kessie. L’arbitro Massa, sollecitato dal Var, ha annullato il gol per una posizione di off side di Giroud, a terra, che avrebbe ostacolato Jesus. E’ difficilissimo capire se il fuorigioco fosse o meno rilevante, qualsiasi tifoso di una qualunque squadra, vedendosi annullare un gol del genere, si sarebbe arrabbiato. fatto sta che è partita la campagna mediatica, gli episodi hanno sempre rilevanza diversa, a seconda dei beneficiari e di chi li subisce. Già sabato Gasperini si era espresso un una logorroica conferenza stampa su un gol (giustamente) annullato ai suoi, con il suo solito fare presuntuoso, mentre è pronto a sorridere ed incassare elogi quando i suoi ricevono le indulgenze dei direttori di gara. Farebbe meglio a spiegare le pesanti e rotonde sconfitte contro Villareal e Roma, nei due incontri decisivi del periodo. Più signorile Pioli, ma ci hanno pensato rosei quotidiani del nord a gridare allo scandalo.
La verità è che, senza infortuni, il Napoli sarebbe primo e con merito, senza se e senza ma.
Il gol di Elmas di testa, dopo 4 minuti, è bastato ed avanzato: da qual momento i napoletani hanno indossato corazza ed elmetto.
Petagna in attacco ha combattuto come un leone, brillando nelle sue specialità, la pugna contro difensori e la difesa della sfera, con la solita allergia a centrare la porta nemica. Lozano ed Elmas zanzare fastidiose e pericolose, supportati da Zielinski in una delle sue giornate positive. Gli altri tutti a difesa del vantaggio, Anguissa e Demme, lontani ancora dalla forma dei tempi migliori, hanno fatto da frangiflutti davanti alla difesa, monumentali Jesus e Rrahmani, più che positivi Di Lorenzo e Malcuit.
I cambi di Spalletti hanno sortito effetti solo in Lobotka, magistrale la sua interpretazione del ruolo di play basso, meno nei tre piccoletti Mertens, Politano e Ounas, entrati quando il Milan, piazzato Giroud accanto ad Ibra, catapultava palloni e preghirere nell’area di rigore azzurra, tutti rispediti al mittente dai combattivi napoletani, spesso senza badare troppo all’estetica.
Mercoledì al Maradona arriverà lo Spezia: urge un’altra vittoria, “in qualunque modo” per tenere il secondo posto e presentarsi al girone di ritorno al meglio, con l’abito buono e, si spera, la rosa al completo.