Il Napoli volta pagina ed inizia a programmare il futuro: tra la presentazione dei ritiri in Trentino ed Abruzzo, e l’annuncio dei primi colpi di mercato, lo sguardo è già rivolto alla prossima stagione, che vedrà nuovamente i partenopei protagonisti in Champions League.
Prima di lasciarsi alle spalle la stagione appena terminata, e dopo aver passato in rassegna i giocatori più deludenti, non resta che stilare la classifica degli azzurri che si sono messi maggiormente in mostra:
5) Stanislav Lobotka
Sembrava destinato all’addio, l’ex centrocampista del Celta Vigo, oggetto misterioso nell’anno e mezzo di gestione Gattusiana tra guai fisici e la ricerca inutile della miglior forma.
Con l’arrivo di Spalletti la musica è cambiata, e Lobotka si è dimostrato un sapiente direttore d’orchestra, sfruttando al meglio ogni occasione concessagli dal tecnico di Certaldo e diventando un autentico faro del centrocampo partenopeo.
Il primo gol in maglia azzurra, arrivato alla penultima giornata col Genoa, non solo è il suggello di una grande stagione, ma è anche un succoso antipasto di quello che il regista slovacco potrà far vedere anche l’anno prossimo.
4) Fabiàn Ruiz
Senza il covid e la pubalgia, che hanno minato il rendimento dello spagnolo nella seconda parte della stagione, Fabiàn sarebbe stato un serissimo candidato alla palma di miglior azzurro dell’anno: davvero scintillante, infatti, il girone di andata dell’ex Betis, che ha guidato la mediana azzurra con sapienza e classe, e soprattutto ha colpito con impressionante puntualità in zona gol.
Ben 7 sono le reti realizzate dal centrocampista della “Roja”, di cui 6, tutte bellissime, da fuori area, record dei 5 maggiori campionati europei.
Fabiàn fa gola a molti top club, anche perché l’anno prossimo andrà in scadenza, ma anche se questa dovesse essere stata la sua ultima stagione in azzurro, resterà comunque un’annata da ricordare.
3) Dries Mertens
Alzi la mano chi, dopo un anno a curarsi in infermeria o a zoppicare per il campo, poteva immaginare che a 34 anni suonati Dries Mertens potesse risultare ancora così decisivo per il suo Napoli.
Il folletto Belga ha smentito tutti (compreso chi scrive, ben lieto di fare ammenda), e pur se impiegato con (troppa?) parsimonia da Spalletti, ha lasciato il segno, realizzando ben 13 gol tra campionato e coppe.
Nonostante l’amore per la città e la maglia, dimostrato anche dando al suo primogenito il nome “Ciro” affibiatogli da tempo dai napoletani, anche Mertens, giunto a scadenza, non è certo di restare: l’augurio è che giocatore e club si vengano incontro e che l’avventura di Dries all’ombra del Vesuvio prosegua, magari come “panchinaro di lusso” a cifre ragionevoli, ma soprattutto come ormai consolidato leader dello spogliatoio.
2) Victor Osimhen
Chissà cosa avrebbe potuto fare “Air Victor” se la capocciata con Skriniar a San Siro non lo avesse messo fuori combattimento per un paio di mesi: nonostante il lungo stop, il centravanti nigeriano ha infatti messo a segno 18 gol, di cui 13 in campionato, mostrando formidabili qualità di fromboliere aereo oltre a quelle, già note, di scattista e finalizzatore.
Osimhen, al netto di margini di miglioramento ancora tutti da esplorare, dovrebbe essere il punto fermo del Napoli che verrà, anche se le sirene della Premier potrebbero tentare sia lui che De Laurentiis: staremo a vedere, con la speranza che se davvero l’ex Lille dovesse partire, il sodalizio azzurro sia in grado di rimpiazzarlo adeguatamente.
1) Giovanni Di Lorenzo
Non è uno degli uomini copertina del Napoli di Spalletti, forse perché più attento alla sostanza che all’apparenza, ma il terzino ex Empoli, dopo un’altra stagione praticamente perfetta, merita tutti i complimenti e gli onori della cronaca.
Il difensore fresco Campione d’Europa è stato sicuramente il miglior azzurro per livello e continuità di rendimento: incessante la sua spinta sulla fascia, numerosi gli assist per gli attaccanti, attente e precise tutte le chiusure difensive.
Non è un caso che il Napoli abbia pagato a caro prezzo l’unico periodo di assenza di Di Lorenzo, collezionando 4 punti in 4 partite, senza voler nulla togliere al promettentissimo Zanoli.
In una stagione comunque positiva sono tanti altri gli azzurri da elogiare: basti pensare a Koulibaly ed Anguissa, penalizzati però dalla Coppa d’Africa nel girone di ritorno, a Rrahmani, capace di spodestare Manolas dal ruolo di centrale titolare, o ad Insigne, bravo a gestire la stagione dell’addio da vero capitano, senza dimenticare i preziosi Juan Jesus, Elmas e Mario Rui: menzione speciale per il terzino portoghese, troppo spesso bistrattato dalla critica ma autore di un campionato di altissimo profilo.
Spalletti dunque può guardare al futuro con fiducia: anche se il mercato dovesse portar via qualche “pezzo da 90”, sono tanti i giocatori di qualità su cui contare per disputare un’altra stagione ai massimi livelli.