Nella fase di totale ristrutturazione e rilancio che sta attraversando Nathan Never con la saga Intrigo internazionale, prossima alla conclusione sulle pagine della serie regolare, molti aspetti sono cambiati. Parliamo di un radicale restyling narrativo per una serie ormai storica di Sergio Bonelli Editore, la prima ad ambientazione al 100% sci-fi mai pubblicata dalla casa milanese e che si appresta a tagliare nel 2021 il traguardo dei 30 anni di avventura editoriale.
Accanto ad essa sono stati tagliati alcuni rami oramai diventati “secchi”, quelle testate collaterali che sembrava avessero poco ancora da dire, sostituite da miniserie quali Annozero, Rinascita e Generazioni che hanno rappresentato iniziative in grado di fare maggior presa sul pubblico. Fantasia, creatività e prolificità del team di autori e collaboratori hanno colto nel segno, e il caso della miniserie Nathan Never Deep Space ne sembra ulteriore conferma.
Collocata in una linea temporale di qualche successiva alla saga della Guerra dei Mondi (pubblicata tra il 2011 e il 2012) questa lunga storia in 3 albi è opera per soggetto e sceneggiatura di Mirko Perniola, uno dei più assidui autori non solo di Nathan Never, che ci introduce temi carissimi agli amanti della testata e del musone, quasi come un ritorno alle origini.
Eviteremo qualsiasi tipo di spoiler, o faremo tutto il possibile in tal senso, perché questa avventura va gustata fino al colpo di scena finale ma anche in previsione delle due prossime uscite.
L’indagine è abbastanza canonica, e coinvolge in maniera corale i principali membri dell’Agenzia Alfa: Nathan e Branko, ma anche Link e Sigmund, ciascuno con i propri mezzi, devono rintracciare il misterioso Yari Kiran, già inseguito da altri investigatori e società non sempre operanti alla luce del sole. A rendere avvincente la storia ci pensa proprio l’oggetto della caccia, il vero protagonista Yari Kiran, per il suo oscuro e indecifrabile passato ma soprattutto per la sua scaltrezza e la particolare sensibilità che dimostra. L’indagine è articolata con un eccellente ritmo tra scene di azione e di riflessione, proponendo scontri a fuoco e pedinamenti ma anche sottotrame legate ai personaggi che fanno il doppio gioco e complicano il tutto.
Un lavoro decisamente ben riuscito, che pagina dopo pagina mantiene alte sia la tensione che la curiosità, con in più le interessanti didascalie che racchiudono pensieri e riflessioni dell’enigmatico Yari Kiran.
Sotto il profilo grafico, lo sviluppo del personaggio e di ciò che ad esso è collegato è stato affidato ad un vero maestro per questo tipo di concept come Ivan Calcaterra, autore anche della dinamica copertina. Le sue indicazioni sono state preziosissime per l’autrice del primo albo Silvia Corbetta, che si è perfettamente adeguata con il suo stile dal tratto fitto e dettagliato ad una sceneggiatura densa di intrighi e nella quale era fondamentale restituire al lettore sia l’espressività dei vari personaggi chiave sia le dinamiche ambientazioni nelle quali si muovono.
Il bravissimo copertinista della serie regolare Sergio Giardo è invece in questa occasione stato “relegato” al ruolo di semplice autore del frontespizio, anche se è stata l’occasione per ammirare il suo eclettismo declinato questa volta in bianco e nero.
L’appuntamento con il numero 2 di questa miniserie che ci accompagnerà per tutta l’estate, dal titolo Il pianeta vivente, è fissato per il prossimo 24 luglio: lo attendiamo con ansia per conoscere gli sviluppi di quanto lasciato in sospeso, perché il cliffhanger delle ultime tavole è doppio e promettente.
uscita: 24/06/2020
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 96
Soggetto: Mirko Perniola
Sceneggiatura: Mirko Perniola
Disegni: Silvia Corbetta
Copertina: Ivan Calcaterra