Negli ultimi giorni sono stati pubbicati ben tre trailer legati al mondo dei super eroi: quello per la la seconda stagione di Jessica Jones, del sequel di Deadpool e l’attesissimo Venom. Cos’hanno questi tre persoaggi in comune, oltre ad essere nati sulle pagine della Marvel comics? In qualche modo, soprattutto gli ultimi due, condividono una certa ambiguità, o meglio altalenanza. Sono personaggi per così dire borderline, che durante la loro vita editoriale, hanno mutato schieramento, passando più volte dalla parte dei “cattivi” a quella dei “buoni” e viceversa. Il caso di Deadpool è il più chiaro: creato dal discusso Rob Liefield nei caotici anni ’90 come mercenario assoldato per uccidere Cable, il mercenario chiacchierone si è guadagnato un posto di primo piano fra gli eroi in calza maglia, senza mai perdere nessuna delle sue cattive abitudini…
Recentemente anche il simbionte conosciuto come Venom ha subito un trattamento simile, certo con risultati meno esplosivi. Appartenente ad una razza aliena parassita, nemico storico e iconico dell’arrampicamuri, per anni il suo unico scopo è staro quello di vendicarsi del suo precedente ospite (ovviamente lo stessoPeter Parker, che lo portò sulla Terra ai tempi delle prime Guerre Segrete). In tempi più recenti il suo background è stato riveduto ed ampliato: l’alieno è nato con l’intento di aiutare e proteggere il proprio ospite, fin quando il contatto con uno di questi lo ha deviato a tal punto da renderlo la creatura violenta e possessiva che appare per la prima volta in simbiosi con Eddie Brock. Dopo una breve accoppiata con l’ex Scorpione, tocca a Flash Thompson reprimere le pulsioni negative del simbionte e ristabilirne l’indole originaria, mettendone le capacità al servizio della giustizia. Sì, lo sappiamo che avete dei dubbi, ma è successo.
La povera Jessica si trova in questa cerchia suo malgrado, essenso stata costretta ad azioni discutibili (sì, ci piacciono un sacco fli eufemismi) dal controllo mentale dell’uomo porpora nella prima stagione della serie Netflix. Cosa che l’ha resa piuttosto sospettosa e schiva rispetto al suo ruolo. D’altronde, come darle torto?
Ma questi sono solo alcuni dei tanti personaggi a fumetti che vive con difficoltà l’idea di confine, avendo oltrepassaro almeno una volta un qualche tipo di il confine o di appartenenza. Ben pochi sono immuni da una certa dose di mutamento (spesso corretto dal puntuale rispristino dello status quo, va detto). D’altronde pesino la bandiera umana Capitan America divenne l’anarchico Nomad per un po’…
Noi però vi proponiamo un elenco di 5 personaggi a fumetti che hanno fatto del cambiare bandiera, una ragion d’essere, e uno dei motivi del loro intramontabile fascino:
5) Elektra
Rimaniamo in casa Marvel, con l’assassina di origine greca Elektra. All’anagrafe Elektra Natchios, figlia di un politico greco, è forse il più chiaro esempio di cambio di bandiera dell’universo narrativo al quale appartiene: dopo la morte di suo padre, la giovanissima Elektra decide di unirsi alla setta ninja dei Casti, dalla quale viene espulsa perché ritenuta impura. Si unisce così ai nemici dei Casti, la famigerata Mano, dove riceve l’addestramento che la renderà una letale assassina. Lasciata la mano decide di diventare un assassina prezzolata, per ritrovarsi ben presto sul libro paga di Kingpin. Questo porterà Elektra ad un incontro/scontro con il suo amore adolescenziale, Matt Murdock (aka Daredevil) che la spingerà ad affrontare la Mano. Come se non bastasse, di lì a breve verrà uccisa per mano di un Bullseye, deciso a riacquistare la fiducia di Kingpin, e resuscitata dalla stessa Mano per farne una macchina di morte.
Ma questo è solo l’inizio: potremmo andare avanti ancora per molto raccontandovi quante volte questa assassina vestita di rosso ha cambiato schieramento nelle sue innumerevoli vite. Preferiamo invece consigliarvi la lettura di 2 graphic novels: Elektra: Assassin (1986) e Elektra Vive Ancora (1990), entrambe opere del maestro Frank Miller.
4) Rasputin
Nemesi di Corto Maltese, con un nome che di per sé rinvia ad uno dei personaggi reali più ambigui e affascinanti della Storia, il Rasputin di Hugo Pratt è senza dubbio una delle figure del fumetto meno decifrabili in assoluto: nato da un sarto da donna – sebbene egli sostenga fosse un principe russo – e una ballerina di San Pietroburgo esiliata in Siberia per meretricio e morta di parto, combatte nell’esercito russo durante la guerra Russo-giapponese. Successivamente si ammutina, viene condannato a morte diverse volte ma ostinatamente sopravvive, conosce Jack London e Butch Cassidy ed entra a far parte della flotta del Monaco, re dell’Isola Escondida. E questo non è che l’antefatto…
Rasputin non solo porta senza difficoltà l’ingombrante nome del suo compatriota storicamente esistito, ma ne condivide anche il volto e, in fondo, la follia. Pazzo come un cavallo, omicida spietato eppure capace di moti d’animo di inaudita intensità. L’elemento meno catalogabile della sua personalità è tuttavia proprio l’ambiguo rapporto con Corto Maltese. Rasputin sembra infatti sostenere, indistintamente e senza soluzione di continuità, il doppio ruolo di alleato e avversario di Corto: suo nemico ognipresente e insieme amico di vecchia data; forse persino l’unico, qualunque significato questa parola possa assumere, per due uomini come loro, assolutamente fuori dagli schemi.
Rileggere una qualunque tra le avventure del gentiluomo di fortuna di Pratt è sempre un’ottima idea, e di solito significa imbattersi nell’implacabile russo; quando ripensiamo a Rasputin però, qui a Nerdangolo corriamo automaticamente a sfogliare l’imprescindibile “Corte sconta, detta arcana”.
3) Razziatore
Questo pirata temporale, appartenente al XXIII secolo è senz’altro una delle figure più ambigue nell’universo di PK. Affiliato al cartello criminale noto come L’Organizzazione, si è trovato ripetutamente a scontrarsi con l’eroe di Paperopoli. Eppure Il Razziatore ha più volte rappresentato un valido alleato durante le avventure di Paperinik. I due sono stati spesso costretti ad unire le forze per affrontare una minaccia più grande, come in PKNA #14 (Carpe Diem), in cui Pikappa ha addirittura aiutato a far evadere Il Razziatore, per affrontare insieme l’incombente minaccia del Grande Nulla. O più recentemente, durante la storyline Potere e Potenza (2014), in cui Il Razziatore prima salva la vita del pennuto mascherato e poi lo aiuta a proteggere la terra dall’invasione degli Evroniani. Insomma, il rapporto tra i due si alterna tra la rivalità e la collaborazione, e il confine che separa questi due poli è molto sfumato!
2) Kenshin Himura
Protagonista dell’omonimo manga shonen Kenshin Samurai Vagabondo di Nobuhiro Watsuki, pubblicato in Italia a inizio defli anni 2000. In questo caso parliamo di un doloroso pentimento, e di un percorso di trasformazione, più che di un facile cambio d’abito.
Durante il periodo dello shogunato nel Giappone feudale, questo abilissimo samurai era noto come il temibile Battosai, per via della sua abilità con la spada. La caduta dello shogunato lo porterà tuttavia a porsi domande sul suo operato e a tentare di espiare il suo passato macchiato di sangue. Durante la sua ricerca per la pace l’incontro con alcuni personaggi sarà fondamentale nel suo percorso di redenzione: è il caso di Kaoru, ad esempio, capo-palestra di una scuola di scherma di Tokio che lo accoglierà, e che lui difenderà a costo della vita. Simbolo del suo cambiamento è la sua inseparabile sakabato, una katana che non può uccidere, se usata normalmente in quanto la lama è posta sul dorso. Curiosità: alcuni samurai hanno portato realmente katane a lama invertita, che venivano chiamate “katane del pacifista”. Uno shonen intenso, a tratti molto profonfo, tutt’ora la migliore opera di Watsuki, almeno tra quelle arrivate in Italia. Consigliabilissimo anche l’OAV “Memorie dal passato”, sugli anni di Kenshin a Kyoto durante la rivoluzione Meiji.
1) Lucifer
Da Stella del Mattino a Principe delle Tenebre; da gestore di Night a divinità extradimensionale. La sola idea del ribelle biblico per eccellenza, ripreso in un fumetto a ribellarsi nuovamente abbandonando il suo millenario “luogo di lavoro” riscrive ogni precedente: ci sembrava impossibile non inserire in questo elenco il Lucifer di casa Vertigo. C’è da dire che il caduto ha avuto diverse rappresentazione all’interno dell’universo DC, ma quella che reputiamo maggiormente degna è quella apparsa per la prima volta nell’arco narrativo La Stagione delle Nebbie (1990-1991) di Sandman. Neil Gaiman reinterpreta da par suo questo personaggio paradigmatico della tradizione giudaico-cristiana, basandosi sul Lucifero del Paradiso Perduto di John Milton (1667). Stanco dei pregiudizi dei mortali e del disprezzo da loro provato nei suoi confronti, decide di abbandonare il trono dell’inferno. Così Lucifer, espelle i demoni dall’inferno e lascia le chiavi delle sue porte a Morfeo (che si troverà al centro di una disputa per il possesso degli inferi). Da qui, l’ormai ex-principe delle tenebre, dopo essersi tagliato le ali, ricomincia la sua esistenza immortale a partire da un Night Club nel centro di Los Angeles, in un’omonima serie spin-off ideata da Mike Carey, in cui il personaggio (nelle rinnovate vesti di Diavolo-Gentleman) affronterà una serie di disavventure per la maggior parte dovute dal suo atto di ribellione originario. La serie esplora in maniera affascinante il tema del libero arbitrio e del volere divino, affrontando la questione da un punto di vista a dir poco originale.