Con il quarto albo da poco giunto nelle edicole, la serie mensile Odessa continua a confermarsi vivace ed originale soprattutto sotto l’aspetto grafico, ma riesce anche a stimolare profonde riflessioni.
La storia del mese, ancora una volta su soggetto e sceneggiatura di Davide Rigamonti, si intitola Dall’abisso e si distacca in parte dallo schema della missione sotto condizioni di “do ut des” visto nei precedenti albi. In questa occasione infatti viene concesso maggiore spazio ad un ulteriore approfondimento sull’animo tormentato e malinconico del protagonista Yakiv Yurakin, che si mostra sempre più insofferente allo status che la composita realtà dell’Odessa scaturita dalla fusione di certo non aiuta ad alleviare.
Yakiv è solo nel suo essere “ibrido” e non è membro di nessuna tra le etnie che popolano Odessa. Tutti, bene o male, hanno dei loro simili, mentre il nostro eroe avverte il peso incombente della missione cui l’essersi fuso con l’entità aliena che si è rivoltata agli Ignoti lo costringe, e non ha vie di fuga.
La trama esordisce con il racconto – per voce del pescatore Kirill – di una leggenda popolare ucraina legata al mito del Bogatyr, un cavaliere errante medievale proprietario di un’arma tanto magica quanto letale che alla sua morte è stata lasciata inabissare nel Mar Nero per evitare che finisse in mani sbagliate. L’affascinante introduzione, con i suoi toni spiccatamente fantasy, troverà nel corso degli eventi la sua giustificazione… ma intanto saltiamo alla missione di salvataggio, che vede i nostri eroi alle prese con la ricerca di una giovane studiosa scomparsa.
Saltate da qui fino a nuovo avviso, per non perdere il gusto di scoprire cosa accade!
Ohliris, questo il suo nome, è stata catturata da una creatura mostruosa generatasi in seguito alla fusione, ma non può essere salvata. Staccarla dal bozzolo in cui è avviluppata ne comporterebbe la morte immediata, e Yakiv è così costretto a mettere fine alle sue sofferenze con una scelta dolorosa quanto pragmatica che mette allo scoperto tutta la sua emotività.
L’eroe si sente responsabile della morte di Ohliris pur sapendo di non aver avuto scelta, e si fa lui stesso portatore del triste messaggio proprio a Kirill, padre adottivo della ragazza, l’uomo che nell’introduzione ci ha raccontato della minaccia sepolta negli abissi marini. Al culmine del pathos, con Yakiv che viene ripudiato e accusato dall’uomo per la sua decisione, esplode l’azione: i Sermoth, mostri alieni e segugi infernali non erano stati del tutto sterminati nell’avventura letta nel primo albo. I loro resti si sono fusi con la pacifica specie acquatica dei Boruc generando una nuova specie ancora più spietata ed aggressiva che “fiuta” Yakiv, la preda designata.
In una lotta rocambolesca Yakiv salva Kirill e ne riguadagna la stima e la fiducia, ma ciò non allevia per lui il peso delle conseguenze di qualsiasi suo gesto. Abbiamo riassunto in maniera sommaria una trama che specie in alcuni passaggi che riguardano il rapporto di Kirill con Ohliris e quello di Yakiv con… sé stesso sa davvero rivelarsi toccante, e che merita una lettura completa: finisce quindi qui lo spoiler!
Il ritmo narrativo della serie considerata nel suo complesso con i 4 albi fino ad ora pubblicati funziona molto bene, perché riesce ad alternare attimi di azione ed adrenalina pura a spazi più introspettivi nei quali vengono a galla le preoccupazioni dei diversi personaggi ma soprattutto le evoluzioni dei loro sentimenti, sia reciproci che verso sé stessi. Il solo Goraz è ancora una figura in parte “piatta”, perché visto in azione quasi esclusivamente come il forzuto del gruppo, il risolutore di problemi grazie all’uso della smisurata forza bruta, tuttavia la sua diffidenza nei confronti delle armi è un campanello d’allarme e soprattutto un indizio. Ha di certo anche lui una storia alle spalle, e presto emergerà anche quella in tutti i suoi risvolti emotivi, probabilmente già dal prossimo albo non a caso intitolato “La scelta di Goraz”.
Sotto l’aspetto grafico, infine, si può notare una ulteriore evoluzione rispetto ai primi 3 albi, perché per illustrare una storia dai toni così profondi che toccano la sensibilità del lettore il team di Odessa ha visto un disegnatore esordiente come Riccardo Chiereghin fare un ottimo debutto, con tavole dallo stile molto personale e soprattutto rese ultra-dinamiche con la continua scomposizione della classica gabbia bonelliana. Ciò ha permesso inquadrature poco convenzionali ma perfette per dare voce alle emozioni e spesso alle espressioni sofferenti dei personaggi, interpretate con la giusta nota di malinconia. Anche i colori, per l’occasione a cura di Federico Giretti, si sono indubbiamente mantenuti nel filone espressivo che ormai identifica la serie, tuttavia ci sono sembrati volutamente meno vividi del solito, assecondando un percorso emotivo basato su tormenti complessi di ogni personaggio.
uscita: 28/08/2019
Formato: 16×21 cm, colore
Pagine: 96
Soggetto: Davide Rigamonti
Sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Riccardo Chiereghin
Copertina: Mariano De Biase
Colori: Federico Giretti