Spesso ci si concentra, quando si parla di “comportamento”, principalmente sul cane, si tiene conto dei periodi “sensibili” e dell’educazione con il supporto di uno specialista per il corretto sviluppo, ma del gatto? Se ne parla sempre troppo poco!
Innanzi tutto è importante prima di adottare un gatto informarsi sulle caratteristiche ed i bisogni e tenere presente che si tratta di un essere con eccezionali capacità di apprendimento ed adattamento.
Anche per il gatto, ai fini di una corretta socializzazione, è importante tenere presente che i primi mesi possono essere divisi in sei periodi:
Il Periodo Neonatale si svolge quando il feto è nella pancia di mamma gatta e dal 20° giorno in poi di gravidanza avvertirà gli stimoli esterni come le carezze sul pancione.
Questo periodo dura fino a una decina di giorni dal parto quando aprono gli occhi.
Il Periodo di Transizione va dai 10 giorni di vita ai 20 giorni, quando ormai vista e udito sono sviluppati e competenti, pertanto il cucciolo svilupperà legami e relazioni con la mamma e i fratellini, è chiaro che un micino privato di ciò sarà più propenso a sviluppare problemi relazionali futuri come il mancato sviluppo dell’inibizione al morso.
Così arriviamo al periodo di socializzazione “vero” o propriamente detto, quello dalle 2 settimane alle 9 settimane circa, si tratta del momento di “apertura al mondo”, ecco perché è in questa fase che vanno fatti conoscere conspecifici, animali di altre specie ed esseri umani diversi tra loro.
A questo seguono il Periodo del Distacco (dalla madre ed i fratelli) e quello della Adolescenza durante il quale il gattino esplora, approccia e si avvicina alla maturità sessuale con tutti gli “sballi ormonali” che ne conseguono.
È molto importante che il gatto viva questi periodi come dovrebbe e se si tratta di un orfano o un abbandono, cercare comunque di non far saltare nessuna “fase” fondamentale, altrimenti il nostro amico crescerebbe confuso e privo autocontrollo, incapace a comunicare correttamente con i propri simili e non e senza i rudimenti di una “gerarchia” da rispettare.
Ovvio che i principali disturbi comportamentali derivano, appunto, da uno o più “tasselli temporali” mancanti al nostro puzzle felino: potremo avere un gatto aggressivo, ansioso, distruttore, ossessivo o, nell’ipotesi più temuta da tutti che abbia “eliminazione inappropriata”, quindi che urini e defechi in ambienti che non sono preposti a questo.
È importante sempre tenere presente, però che i gatti sono animali estremamente puliti e rispettosi, pertanto quando c’è un episodio di eliminazione inappropriata è fondamentale rivolgersi al veterinario, unico e solo detentore del sapere sul benessere animale, ed accertarsi che non sia dovuto ad una patologia o un disagio per il quale il medico ci supporterà prontamente con la diagnosi e la terapia adeguata.