Si è tenuto, come tutti sappiamo, lo scorso 7 giugno, presso lo stadio San Paolo, il concerto evento dedicato a Pino Daniele, intitolato “Pino è…”. In 40.000 sono accorsi a Fuorigrotta, ma la serata è stata pure trasmessa in diretta su Rai 1. A parteciparvi sono stati tantissimi volti noti del panorama della musica leggera italiana, da Jovanotti, De Gregori, Giuliano Sangiorgi, Massimo Ranieri ed Eros Ramazotti fino a Fiorella Mannoia, Gianna Nannini, Giorgia, Elisa, Emma, Irene Grandi e Paola Turci. L’impressione che si è avuta, però, è stata che l’obiettivo di fondo, proprio in virtù della copertura televisiva, sia stato piuttosto quello di proporre un prodotto, per così dire, “nazional-popolare”, a scapito di una buona qualità, la quale potesse rendere al meglio l’anima danzante tra il blues e il jazz del nostro grande cantautore e musicista. Non a caso, tantissime sono state le critiche sui social – anche da parte di addetti ai lavori – già a partire dalla stessa serata, tra chi lamentava troppa approssimazione nell’esecuzione degli storici brani e chi notava storpiature della lingua napoletana. Inoltre, gli artisti partenopei ed in linea con l’immensa espressività di Pino – Enzo Abitabile, James Senese, Tullio De Piscopo – sono stati fatti salire sul palco solo sul finire ed anche questo è stato constatato con dispiacere, dato che essi hanno incarnato i pochi momenti realmente emozionanti.
In sostanza, l’amara osservazione di fondo mossa è quella di non esser riusciti a rendere il senso, l’umore, la poesia, l’elevatezza sublime del cantautore.
Ma, al di là degli aspetti prettamente legati alle esibizioni musicali, vi è stato pure altro che ha causato una vera e propria pioggia di polemiche. Parliamo dell’intervento dell’attore Enrico Brignano, il quale è stato contestato con dei fischi. Il monologo del comico romano, infatti, pare non sia per niente piaciuto, ed in tantissimi l’hanno accusato di aver portato un testo basato su un mix inopportuno di luoghi comuni, a tratti volgare. Il paragona tra Roma e Napoli sulla “munnezza” è stato, a dir la verità, una caduta di stile che, peraltro, a ben guardare, ha finito per offendere non solo Napoli, ma anche Roma.
“Brignano è venuto al San Paolo per onorare Pino Daniele, ha sparato solo pummarole, sole mozzarella, mare, munnezza, ci ha fatto una schifezza e se nè andato”.
“Lo straordinario talento di #Brignano che riesce a farsi fischiare in una sera così. Un testo imbarazzante. Ma va perdonato”.
Questi sono solo due dei tantissimi commenti apparsi su Facebook e Twitter.
Di certo, però, dal canto nostro riconosciamo che la satira è quanto di più difficile si possa affrontare, perché si gioca tutta su un sottile limite, su un equilibrio di sagacia che, a volte, può essere perso anche dai migliori professionisti. Dispiace, insomma, per lo scivolone di Brignano.
In poche parole, per concludere, è quasi tutto da rifare. Magari la prossima volta, forti di questa esperienza non totalmente positiva, si saprà fare di meglio, più che altro per omaggiare in maniera degna l’eterno Pino Daniele.