Il primo tempo del Napoli ieri sera, al cospetto di un Milan in crisi di gioco e identità, è qualcosa da NON mostrare alle scuole calcio. Non sapremmo davvero che aggettivo usare: deprimente è probabilmente quello corretto.
Per il primi 45 minuti, infatti, il diavolo imperversa nella metà campo dei padroni di casa, realizzando due gol con il sempreverde Giroud (che quando vede il Maradaona si scatena) e fallendone altrettanti per precipitosa imprecisione. Napoli non pervenuto, squadra lunghissima, difesa molle come un elastico vecchio, centrocampo senza interditori, incapacità totale di fare tre passaggi logici di fila.
I due gol dell’anziano francese sono entrambi facilitati dalla marcatura, si fa per dire, molto soft di un orrido Rrahmani con la collaborazione, e non è una novità, di Meret, incapace di mettere forza nei guantoni in occasione del primo gol. Quello dl portiere è un problema. Il buon Alex non è un valore aggiunto, ma anzi toglie qualche punto alla già anemica classifica partenopea.
I fischi assordanti dello stadio sono legittimi e scontati.
Alla ripresa l’ammissione di colpe del modestissimo tecnico francese è evidente: vanno fuori Elmas, asino in mezzo ai suoni, ed entra Simeone, Mario Rui, incommentabile in entrambe le fasi per Olivera e il già citato Rrahmani per Ostigard.
La reazione di cuore, o di pancia non si sa, non si fa attendere e Politano, migliore per distacco in questo avvio di stagione, si fa perdonare l’errore del primo tempo (palla fuori a porta vuota) e realizza un eurogol, scherzano Theo e fulminando Maignan. A questo punto la gara gira, il Milan arretra e gli azzurri producono il massimo sforzo per cercare il pari che arriva grazie ad una splendida punizione di Jack Raspadori.
A questo punto sarebbe il caso di dare il colpo del ko al Milan, rimbambito dalla reazione della squadra, il ruggito del pubblico e una serie di sfortunati infortuni a discapito dei propri difensori, ma ci pensa il solito Garcia a mortificare le ambizioni dei Campioni d’Italia: fuori Zielinski per un Anguissa in condizioni non presentabili e poi il capolavoro: Zanoli per Politano.
Roba da applausi.
Il finale è pieno di emozioni: espulso dal simpaticissimo Orsato, Natan per un fallo-non fallo (se pensiamo alla mancata ammonizione di Pjianic viene davvero da ridere), poi Calabria di testa sfiora il vantaggio, sul capovolgimento di fronte Maignan salva su Kvara.
Finisce 2-2.
Giusto così.
Napoli lontanissimo dalla vetta e tifosi azzurri costretti a sorbirsi ancora le deliranti conferenze di Garcia che scherza su Zanoli (“l’ho messo perchè sapevo che Natan sarebbe stato espulso” dovrebbe essere una battuta dal discutibile humor francese) e definisce il Napoli (cioè la squadra che pochi mesi fa vinceva il campionato con mesi di anticipo e con quasi due decine di punti di vantaggio) una squadra con “una buona base.
Tant’è.
Evidentemente, a noi napoletani tocca pagare un tributo morale ogni qualvolta la felicità fa visita da queste parti.
Vetta, come detto, lontanissima e stasera potrebbe ritrovarsi al sesto posto la squadra azzurra: dieci giornate di campionato e lo scudetto inizia a scucirsi.
Sperare in un cambiamento di rotta appare improbabile, anche se nel calcio niente è scontato, Cagliari-Frosinone docet.