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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Libri

PREMIO SEGAFREDO ZANETTI-UN LIBRO UN FILM. LA CINQUINA FINALISTA

Cristiana Abbate
Cristiana Abbate 6 mesi fa
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12 Min Lettura
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Il Premio Segafredo Zanetti Città di Asolo – Un Libro un film è il cuore letterario del Festival del Viaggiatore, la manifestazione turistico-culturale che promuove il territorio attraverso l’arte e la cultura facendo scoprire ville, giardini, barchesse e palazzi abitualmente preclusi al turista e aperti per la prima volta al pubblico, dal 4 al 25 settembre. Un festival che si apre a più mondi: dall’arte al turismo, al cinema, al giornalismo ma anche all’artigianato e all’economia.
Il premio, nato nel 2015 e dedicato alla narrativa per il cinema, è ormai riconosciuto dal pubblico e dagli addetti ai lavori come ponte privilegiato tra letteratura, cinema e tv. Ha lo scopo di creare un ponte tra editoria e produzione cinematografica, agevolando la filiera che dal libro porta alla produzione cine-televisiva. Due le sezioni: “Un libro per il cinema” e “Un libro per la serie Tv”. La segnalazione delle opere in concorso viene direttamente da librerie indipendenti, selezionate in tutta Italia, e da librerie italiane all’estero che non sono semplici rivenditori ma hub culturali. La selezione della cinquina è a cura di un Comitato Scientifico composto da intellettuali, giornalisti culturali e cinematografici e viene poi sottoposta a tre giurie: Giuria Qualificata, composta da registi, sceneggiatori, produttori; Giuria Popolare, composta da cinefili, alcune biblioteche del circuito regionale Veneto, cittadini asolani e voto social e Giuria premio della Critica di giornalisti della stampa culturale.

Sono Viola Ardone con ‘Oliva Denaro’ (Einaudi), Alessandro Bertante con ‘Mordi e fuggi’ (Baldini+Castoldi), Alessio Forgione con ‘Il nostro meglio’ (La Nave di Teseo), Andrej Longo con ‘Solo la pioggia’ (Sellerio) e Gigi Riva con ‘Il più crudele dei mesi’ (Mondadori) i cinque finalisti del ‘Premio Segafredo Zanetti Città di Asolo-Un libro un film’.

L’elezione del vincitore sarà il 25 settembre ad Asolo, al Teatro Duse, alla presenza delle giurie e dei 5 finalisti, con la conduzione della giornalista Alessandra Tedesco.

Oliva Denaro   di Viola Ardone

È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà piú farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili piú toccanti della recente narrativa italiana.

 

Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR   di Alessandro Bertante

Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d’altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro. In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.

 

Il nostro meglio   di Alessio Forgione

Amoresano è cresciuto a Bagnoli con i nonni, una famiglia semplice con una vita fatta di piccoli gesti, bestemmie senza cattiveria e una saggezza popolare che tocca il cuore delle cose. Ora Amoresano vive con i genitori a Soccavo, va all’università. Osserva tutti e parla poco, la storia con la fidanzata non va, il suo rifugio è la lettura, le frasi che annota sono la sua ribellione silenziosa. Suona la chitarra e, a volte, sogna quasi di fare un disco con l’amico Angelo, che freme per fuggire a Londra. Nel mondo di Amoresano, sui treni che prende girando attorno a Napoli e ai suoi desideri, il pensiero torna sempre a quella nonna che l’ha cresciuto e che gli pare più avanti di tutti, che preferisce i murales ai muri abbandonati, che sa scegliere il momento migliore per arrabbiarsi, che insegna a voler bene alle persone giuste. Come cambia la nostra vita quando dobbiamo fare a meno di ciò a cui teniamo di più? Amoresano rincorre la sua risposta nei passi fino alla tabaccheria di Maria Rosaria, nella traiettoria di quello sguardo diverso eppure uguale, dentro le notti di un’estate calda e possibile, a scambiarsi libri e film come domande, millimetri di pelle come tentativi. Una ricerca confusa e inquieta che rimbalza sul terrazzo di Anna, in un’isola fuori stagione, a bordo di motorini lanciati nei viali della città a improvvisare fughe, a scrivere ritirate. Nuotando nella memoria, il suo bene più urgente, osando e rifiutando bellezza, che pure non basta quando pensiamo di non meritarla, inseguendo un dolore inevitabile per vedere fin dove ne arrivano le diramazioni, Amoresano scopre il prezzo rovente dell’amore che abbiamo ricevuto e di quello che non sappiamo dare. Alessio Forgione, dopo Napoli mon amour e Giovanissimi (candidato al premio Strega 2020), torna con un folgorante romanzo di fallimenti e conquiste, un nuovo, impetuoso lessico familiare del nostro tempo.

 

Solo la pioggia   di Andrej Longo

Tre fratelli, Carmine, Papele e Ivano, i fratelli Corona. Sono costruttori edili, temuti e rispettati nel paese per un passato inquietante ormai seppellito con il denaro e gli affari. Carmine è la mente; Papele è il braccio; poi c’è Ivano, il fratello piccolo, che ha studiato, non ha conosciuto la giungla della strada, e per hobby fa fotografie belle e malinconiche. Ogni anno, nell’anniversario della morte del padre, si danno appuntamento. Una visita al cimitero senza mogli, figli o parenti. E poi una cena, solo loro tre. Bere, mangiare, ridere, condividere tutto, come solo tra fratelli è possibile. Una consuetudine che dura da undici anni. La cena è prevista a casa di Ivano, che vive da solo e in cucina ci sa fare. Quella sera piove, una pioggia inarrestabile e forsennata, che con la complicità del vino induce i tre fratelli ad aprirsi più del solito. Potrebbe essere una serata catartica, in cui liberarsi di maschere troppo a lungo portate. Ma la verità fa più paura di una comoda menzogna. Solo la pioggia è un romanzo breve e furioso, che in movimenti precisi e in un solo spazio è capace di generare una deflagrazione, mettendo in scena il legame inscindibile che serra col nodo scorsoio chi è cresciuto assieme e solo nella famiglia ha riposto la fiducia. E mentre l’acqua scende incontenibile dal cielo, sgretolando i muri delle case costruiti con troppo poco cemento, alla stessa maniera vengono spazzate via le certezze dei tre fratelli. Con questo dramma feroce, impietoso, tesissimo, Andrej Longo si conferma una delle voci più forti della nostra letteratura di questi ultimi anni, capace come pochi di muoversi intorno ai confini dei generi letterari.

 

Il più crudele dei mesi. Storia di 188 vite   di Gigi Riva

Fino all’inizio del 2020, Nembro era semplicemente un comune in provincia di Bergamo, simile per certi versi a tanti altri in Italia. Dopo non più, perché diventa il paese più colpito dal Covid-19. Tra le vittime, molti personaggi conosciuti, che rivestivano ruoli di primo piano nella comunità: il presidente della casa di riposo, il presidente degli artiglieri, il presidente del Motoclub che fu campione del mondo, lo storico bibliotecario, l’impiegata dell’anagrafe, l’ostetrica, un dottore, l’ex capo dei vigili urbani, il factotum del cine-teatro, due sacerdoti, l’intellettuale di riferimento, il proprietario dell’unica, leggendaria balera, il pensionato-volontario che faceva attraversare le strisce pedonali agli scolari. Gigi Riva, originario di Nembro, ricostruisce con la tecnica narrativa della letteratura del vero quelle fatali settimane, tracciando una Spoon River vividissima in cui si rincorrono le vite di molte vittime, le loro storie e la loro eredità morale, ma anche le vite e le storie di chi le ha assistite o non ha potuto nemmeno fare quello, e che poi, proprio nel loro ricordo, ha trovato il coraggio e la forza di ripartire. Il racconto di un dramma particolare che si fa presto universale, diventando la radiografia della più drammatica tra le stagioni del nuovo presente di tutti noi.

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Cristiana Abbate Set 13, 2022
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Pubblicato da Cristiana Abbate
Veterinaria pentita e mamma convinta.Si ritiene propositiva e per nulla diplomatica .Grande appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Malata di shopping e con il conto in banca fisso sul rosso.
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