Lo sapevate che ogni stato emotivo ha il suo sfogo sul corpo?
Secondo la Psicosomatica la persona è considerata una unità indivisibile tra mente e corpo. Ogni disturbo si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio. Per qualsiasi sintomo che il corpo esprime quindi, bisogna fare attenzione all’aspetto emotivo che lo accompagna. Soma e psiche esprimono la stessa realtà su due piani diversi!
Le emozioni spiacevoli come il risentimento, il rimpianto e l’eccessiva preoccupazione possono mantenere il sistema nervoso autonomo in uno stato di eccitazione e il corpo in uno stato di emergenza continua, a volte per un tempo tanto lungo, che l’organismo non riesce a sopportarlo.
È questo che può provocare danni agli organi più deboli.
Ma quali sono gli organi che interessano le malattie psicosomatiche?
Quelli recettivi, discriminativi e quelli operativi.
Gli organi recettivi sono quelli che interessano l’apparato respiratorio e l’apparato gastroenterico. Prendono aria e cibo dall’esterno. Disturbi che coinvolgono tali apparati suggeriscono l’ipotesi di problemi legati alle relazioni familiari e sociali.
Gli organi discriminativi interessano l’apparato immunitario, nervoso ed epidermico. Scelgono le cose buone e le differenziano da quelle cattive, selezionano, riconoscono ciò che è proprio da ciò che non lo è. Un disturbo su questo livello porta ad ipotizzare problemi legati all’identità. Problemi legati al pensiero di cosa tenere e cosa lasciare andare rispetto alle relazioni sociali.
Gli organi operativi infine, coinvolgono l’apparato muscolare ed osteotendineo. Apparati questi che ci servono per muoverci, per raggiungere i nostri obiettivi. Quali problemi possono far ipotizzare? Quasi ovvio che i problemi ipotizzati sono inerenti alla dimensione dell’operare concreto, del realizzarsi.
Se hai disturbi all’apparato gastrointestinale, respiratorio, cardiocircolatorio, urogenitale, cutaneo, endocrino, muscoloscheletrico o disturbi dell’alimentazione, la diagnosi medica è solo il primo step.
Le cure farmacologiche, il secondo.
Ultimo step, ma non per questo meno importante, è considerare l’aspetto emotivo. Anche in questo caso è bene mettersi nelle mani di uno psicologo/psicoterapeuta per farsi aiutare nel modo corretto.
Psicosomatica

Psicologa ad indirizzo sistemico relazionale