“Ammiro Napoli per l’amore che sa dare”
Come ormai noto a tutti, lunedì, in una clinica a Roma, è purtroppo venuta a mancare, a seguito di una malattia, all’età di 78 anni, la mitica Raffaella Carrà. Nata a Bologna nel 1943, Raffaella Maria Roberta Pelloni (questo il suo vero nome) è stata, senza dubbio, la regina indiscussa della televisione italiana, dalla fine degli anni Sessanta fino ai giorni nostri. Ella, inoltre, si è imposta anche come un’icona della musica, riscontrando grandi consensi pure all’estero, soprattutto in Spagna.
La Carrà ebbe un rapporto speciale con Napoli, città che amava e che ha ricambiato il suo amore. Conosciuta era la sua grande passione per la musica napoletana e molteplici sono state le sue collaborazioni con i tanti artisti partenopei di quegli anni, primo fra tutti, Pino Daniele. I suoi inizi furono con Nino Taranto e fu con lei, a “Buongiorno Raffaella”, poi, che Marisa Laurito ebbe la sua prima esperienza televisiva. Ma è impossibile non ricordare il ballerino napoletano Enzo Paolo Turchi, il quale, proprio con la regina della tv, ballò il famosissimo Tuca Tuca. Sicuramente da menzionare, in aggiunta, è la profonda amicizia della showgirl italiana con Diego Armando Maradona, che lei riuscì a riportare in Italia, per la prima volta, dopo tantissimi anni. Il Pibe de oro, infatti, fu ospite durante la trasmissione Carramba! Che fortuna nel 1998, undici anni dopo lo scudetto conquistato con il Napoli e ad accoglierlo nello studio della Rai furono chiamati tutti i suoi compagni di squadra azzurri, mentre in piazza Plebiscito era stato allestito un maxischermo per consentire a tantissimi tifosi di assistere insieme all’evento e per collegarsi con la diretta del programma. Fu la stessa Carrà, a novembre 2020, poco dopo la morte di Maradona, a ricordare il suo legame affettuoso con il talento sudamericane. La presentatrice raccontò anche il simpatico aneddoto di come il campione finì addirittura in carcere pur di vederla. “L’ho conosciuto in Italia quando lo invitavo ai miei programmi, ma la prima volta è venuto lui da me ed è pure finito in prigione. Io cantavo in una grande arena a Buenos Aires. Era il 1979. Lui avrà avuto 18 anni. L’arena era piena, non c’era più posto, ma lui tentò comunque di entrare per ascoltarmi. Disse ai poliziotti: ‘Non sapete chi sono io!’. Lessi questa storia il giorno dopo sul Clarin. Per colpa mia Diego aveva passato una notte in guardina“. Queste le sue parole a tal proposito. Qualche anno dopo, Raffaella Carrà era a Madrid e non aveva dimenticato quel ragazzo che nel frattempo era diventato un campione. Ella, madrina di un evento, voleva allora mettere all’asta la maglia e l’argentino si presentò direttamente nella hall dell’Hotel per consegnargliela personalmente.
Dopo la morte di Maradona, Raffaella Carrà fu molto colpita dalla reazione del popolo napoletano e dichiarò:“È straordinario vedere l’amore della città verso di lui. Per i napoletani Diego non è morto, resta nel loro Dna, sarà per sempre vivo, per i figli dei figli. Lui ha amato Napoli tantissimo e si è fatto amare”. “Mi raccontava che quando abitava in città con Claudia e le bambine, anche se viveva a un piano alto, c’era sempre qualcuno che cercava di arrampicarsi per salutarlo. Ammiro Napoli per l’amore che sa dare: un amore che non svanirà mai”.
Per l’amico sudamericano, la presentatrice pubblicò un commovente messaggio di addio: “Caro, caro Amico mio soffro tanto e prego, ci hai lasciato troppo presto. Ti voglio bene”.