A meno di tre settimane dal ritorno in classe, il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca frena ed avvisa che “nelle condizioni attuali non è possibile aprire” le scuole. Intanto sono stati quasi 1.500 i tamponi risultati positivi nelle ultime 24 ore in Italia, di cui 183 in Campania. Tutti i governatori sono in via decisionale ma nessuno si era finora spinto ad annunciare che, visto il precario quadro epidemiologico, il ritorno degli studenti in classe potrebbe slittare. De Luca invece lo fa poche ore dopo l’intervento del presidente del Comitato Tecnico Scientifico in audizione alla Camera, Agostino Miozzo, intervento durante il quale si è parlato della necessità di riaprire nonostante i rischi che ci sono e che ci saranno. Nelle scorse ore i sindaci campani avevano chiesto al governatore di rinviare la riapertura delle scuole a Giovedì 24 Settembre, cioè dopo il voto per le elezioni regionali ed il referendum sul taglio dei parlamentari. “Tutti stanno facendo la loro parte per consentire un’apertura ordinata ed in sicurezza – si legge nella lettera del presidente dell’Anci Campania, Carlo Marino – Come è noto, tuttavia, le problematiche sul distanziamento ed ancor più della sanificazione, della mancanza di banchi monoposto e dei test sierologici per i docenti ed il personale scolastico, rappresentano alcune delle principali incertezze”. Secondo i sindaci, inoltre, non avrebbe senso interrompere le lezioni dopo meno di una settimana rendendo necessario il raddoppio delle spese di sanificazione dei locali scolastici. Da qui la richiesta della quasi totalità dei sindaci di un breve slittamento dell’apertura scolastica.
Sono ipotesi che spaventano chi contava sull’imminente inizio della scuola, sia dal punto di vista pratico e funzionale che dal punto di vista educativo e psicologico. Ovviamente nessun genitore potrebbe mai preferire un elevato rischio di contagio alla risoluzione delle proprie esigenze di tipo organizzativo, ma è giusto che in questo momento i genitori degli alunni di ogni ordine e grado si sentano penalizzati. Perché? Innanzitutto perché sono stati fatti tanti sacrifici sia da loro che dai loro figli durante il periodo più duro e cioè durante il lockdown, ed in secondo luogo perché tali sacrifici non sono serviti neanche a restituire a bambini e ragazzi la pseudo normalità a cui si aspirava. Si è preferito regalare piena libertà alla popolazione durante la stagione estiva, piuttosto che limitarla anche di fatto e non soltanto in teoria. Se fossimo stati gestiti in maniera più ordinata durante i mesi estivi, non si starebbe parlando adesso di un possibile slittamento della riapertura scolastica. Sicuramente il Governo ha dovuto affrontare una situazione non facile da gestire ed i tanti problemi che ne sono scaturiti, ma c’è da ammettere anche che ad un certo punto il diritto alla salute è passato dal primo al secondo piano, cedendo il posto alla salvaguardia dell’economia nazionale, e che invece il diritto all’istruzione sembra ormai essere diventato un’utopia.