Durante il periodo primaverile ed estivo, sempre più spesso, arrivano SOS per soccorrere uno strano uccello rinvenuto incapace di muoversi e volare al suolo con zampe e becco corti e tozzi e ali falciformi di dimensioni considerevoli (tra i 15 e i 20 cm) solitamente marroncini o neri con la gola bianca e la coda biforcuta.
Quello che si sente dire più spesso è che si tratta di una “sorta di piccolo rapace” o di “una grossa rondine”, in realtà si tratta del “Rondone” o “Apus apus” il cui significato è, appunto, “senza piede”, le zampette i rondoni le hanno ma, per adattamento evolutivo, sono divenute inadatte allo zampettare ma delle vere e proprie tenaglie che gli consentono di scalare le superfici verticali e di difendersi.
Infatti non vedrete mai questo uccello “camminare” perché trascorre in aria gran parte del tempo, si può dire che in volo svolga tutte le funzioni vitali: caccia insetti, si accoppia e … dorme!
Ebbene si riesce a dormire mentre vola, lasciando riposare un solo emisfero del suo cervello mettendo con l’altro emisfero una sorta di “pilota automatico”.
Questo uccello deve coprire grandi distanze, pensate infatti al rondone maggiore che viaggia dall’Europa all’Africa.
In queste fasi di volo “semi cosciente” spesso capita che vadano a sbattere contro vetrate o oggetti difficilmente visibili e precipitino al suolo. Una volta al suolo sono completamente inermi ed incapaci di riprendere il volo.
Quindi è inutile, una volta trovato un rondone tentare di alimentarlo in cattività o posizionarlo in una voliera, perché si lascerà morire.
Osservatelo bene e cercate di capire se si tratta di un adulto o un esemplare giovane, questo in genere può capire dalle ali che a riposo, per l’adulto si incrociano superando la lunghezza della coda.
Se si tratta di un adulto senza problematiche evidenti in genere basta supportarlo nel volo con un piccolo lancio, ma pur non essendo evidenti problemi visivamente potrebbe averne, quindi la prova di volo non va fatta da grosse altezze ma, possibilmente, vicino a dove lo abbiamo rinvenuto e dove ci sono appigli dove possa aggrapparsi, su superficie morbida, visto che se dovesse precipitare cadrebbe direttamente sul petto.
Una soluzione per comprendere se pronto a volare senza grossi rischi per l’incolumità del piccolo amico è posizionarlo sul pavimento distante da un balcone o una finestra molto luminosi se inizierà a “frullare” le ali e riuscirà a sollevarsi di almeno una decina di centimetri allora significa che potrebbe riprendere a volare, qualora non potesse invece, l’animale, mostrerà un disagio tentando di nascondersi o girandosi dal lato opposto o gonfiando il piumaggio.
Se dovesse precipitare di nuovo allora l’unica alternativa è rivolgersi ad un centro di recupero, in questo sicuramente può essere di enorme aiuto la LIPU.
Nel frangente ciò che potete fare per mantenere l’animale “stabile” e fornire dunque un “primo soccorso” in attesa di personale competente potete sistemare l’infortunato in un cartone (ovviamente che consenta passaggio di aria) ma al buio per evitare che si agiti, infatti in una gabbia potrebbe ferirsi.
Si tratta di uccelli “insettivori”, pertanto l’unico cibo compatibile con la loro natura che potremo proporre è carne macinata cruda di manzo o camole del miele e della farina, per l’acqua possiamo utilizzare un contagocce o una siringa senza ago, ma è veramente molto complicato che si nutrano in “cattività”.
Speriamo questo articolo possa essere un utile spunto per diminuire i decessi di queste splendide creature.