Tra i vicoli del centro storico di Napoli si celano ancora oggi antiche leggende: una di queste riguarda l’edificazione della Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, le janare e il Diavolo Maiale.
Nella zona più antica della città fondata dai Cumani a cavallo tra il VI e il V secolo a.C. dove, secondo le testimonianze archeologiche, si accedeva al tempio di Artemide greca, la dea Diana, signora delle selve, protettrice delle donne, degli animali selvatici, della caccia e custode della verginità.
Il culto di Diana, era riservato solo alle donne, che invocavano la dea per ottenere parti non dolorosi. Gli uomini poco tolleravano il suo culto poiché molte donne, pur di evitare matrimoni infelici, preferivano votarsi alla Dea e offrirle la loro castità. Le ragazze divenute sacerdotesse furono poi appellate in maniera dispregiativa col nome Dianare o Janare (sacerdotesse di Diana).
In epoca Paleocristiana, tutte le donne che si dedicavano all’antico culto della dea furono accusate di stregoneria, bollate come serve del Demonio e bandite dalla città . Il culto della dea Diana era tanto forte che nel 553 d.C il vescovo Pomponio, per contrastarlo, fece edificare una chiesa dedicata alla Madonna: Santa Maria Maggiore. Egli iniziò a raccontare che la Vergine Maria gli era apparsa in sogno chiedendo di edificare la chiesa solo dopo aver trovato una pietra di marmo celata sotto al terreno e avvolta in un panno di colore celeste. Questa pietra aveva il potere di concedere l’indulgenza a coloro che la baciavano. La Madonna gli spiegò che la Basilica avrebbe contrastato la presenza del diavolo che, sottoforma di maiale, compariva tutte le notti nella zona compresa tra Piazza Miraglia e il centro antico, spaventando con il suo grugnito infernale i residenti e cercando di insinuarsi nelle loro vite. Secondo gli abitanti del luogo, questa presenza malvagia era legata ai vecchi resti del tempio di Diana, dove alcune donne (considerate streghe) per il desiderio di vendetta della dea, consegnarono la città l’orribile maiale