Da quando ho modificato e stravolto il mio stile di vita, ampliando le mie vedute ed aprendo la mente ho iniziato a vedere zoo, circhi, parchi acquatici, per quello che sono realmente: prigioni di sfruttamento diseducative.
Eppure devo riconoscere che in questi giorni una “lezione” dallo zoo di Hong Kong, l’Ocean Park, è arrivata.
Sono anni che stanno cercando di indurre i panda a riprodursi in cattività, utilizzando ogni mezzo, persino la visione di “film hard” con scarsissimi risultati; ebbene in questi giorni con il giardino zoologico “chiuso” i panda Ying Ying e Le Le pare che, finalmente lontani da “voyeur” ci stiano “dando dentro”.
Dopo quasi dieci anni i veterinari hanno annunciato ai social con video e foto la lieta notizia ed il direttore esecutivo per le operazioni zoologiche e la conservazione delle specie del parco, Michael Boss, si è mostrato più che entusiasta, perchè difficilmente le inseminazioni artificiali hanno successo per una possibile gravidanza, pertanto un rapporto “naturale” sembrava essere l’unica speranza.
In effetti come “tempistiche” l’isolamento forzato da pandemia è, come si suol dire “caduto a fagiolo”, infatti la stagione degli amori dei panda giganti è proprio tra marzo e maggio.
Nonostante l’attività encomiabile di preservazione di una specie ormai dichiarata quasi estinta, in tutto il mondo ne restano solo 1800 esemplari, resta il gusto amaro della lezione impartitaci: prima abbiamo sottratto agli animali il loro habitat, le loro risorse di cibo, li abbiamo sfuttati, cacciati, derisi… ora pretendiamo di salvare ciò che noi abbiamo distrutto, e come lo facciamo? Sotto il nostro sguardo guardone, manipolatore e morboso.
Ormai le prove che ci siamo distaccati dalla natura sono troppe: ogni giorno di isolamento e reclusione per l’uomo è stato un giorno di rinascita per la natura che si era ripresa, in minima parte, i propri spazi e diveniva sempre più florida e splendente.
Per quanto mi riguarda non so se sperare in una gravidanza per la “mamma panda”, per quanto la maternità rappresenti sempre un miracolo, sarebbe una bestemmia far nascere e crescere in cattività questo piccolo che, conoscendo la prassi, verrebbe sottratto prematuramente ai legittimi “genitori” per divenire oggetto di “torture mediatiche” stile “fenomeno da baraccone” e per essere studiato e “preservato”, non come madre natura farebbe, ma con i metodi tipici degli esseri umani.
Lasciamola respirare questa terra e non speriamo che torni “tutto come prima” perché ciò che è accaduto è la prova tangibile che “tutto come prima” non andasse affatto bene!