“Stà sempe ‘ntririce/’ntridice”
E’ una nostra espressione dialettale, letteralmente significa “Stare sempre in tredici”. Cioè essere sempre presente, al centro, in vista, mostrarsi continuamente, partecipare a ogni manifestazione, anche in discussioni che non lo riguardano assolutamente . Insomma, far sempre mostra di sé come un candelabro immobile, sempre in mostra in mezzo ad un tavolo.
Nella smorfia napoletana il candelabro, come le candele, fa 13, ecco che se ne è ricavato quest’avverbio , ed è venuta fuori l’espressione con la quale a Napoli si è soliti apostrofare chi mette sempre bocca.
Il numero 13 in Italia è considerato un numero fortunato, anzi il numero con il quale si è soliti indicare una fortuna.
Viene considerato fortunato perché, fino a qualche decennio fa, fare 13 al gioco del totocalcio equivaleva a vincere il massimo premio a volte ultramilionario.
Molti però ritengono che il numero 13 porta male, sapete perché?
Perché si dice che non bisogna mai essere in 13 a tavola perché 13 è il numero dei commensali dell’ultima cena di Gesù Cristo, quindi uno dei possibili commensali ad una tavolo di 13 persone, potrebbe/dovrebbe essere un Giuda e si sa come è andata a finire, quindi meglio non rischiare e contare bene i commensali prima di mettersi a tavola.