Nella Storia del Collezionismo alla base di tutto c’è un ideale di completezza e perfezione. Non manca, soprattutto in alcuni, una certa eccentricità legata alla stravaganza e al desiderio di catalogazione. Per la maggior parte è una passione che li porta a frequentare mercatini e negozi, siti specializzati e case d’aste per scambiare doppioni e trovare pezzi rari. Per altri, invece, si può trasformare in una ossessione, sulle cui origini anche i neurologi hanno cercato di trovare una spiegazione. Ma chi colleziona lo fa anche per altri motivi, ed un esempio encomiabile e lungimirante è quello del giornalista, collezionista e cultore di storia patria, Gaetano Bonelli, (Napoli, 1972), che è riuscito con grandi sacrifici e con un notevole dispendio di energie fisiche, mentali ed economiche, a ricostruire la storia della città di Napoli attraverso una raccolta che conta oltre diecimila pezzi, tra documenti rari e oggetti unici che impreziosiscono le venti aree tematiche della Collezione Bonelli, negli spazi della fondazione “Casa dello Scugnizzo”, nel quartiere Materdei. E’ un punto di vista completamente inedito della raccolta, che focalizza l’attenzione su aspetti lontani dal “collezionismo classico”. Bonelli, da “storiografo” e “filologo” coinvolge i visitatori in un viaggio all’interno di una “Wunderkammer napoletana”, in cui si manifestano sentimenti di meraviglia e di incredulità per l’unicità dei documenti raccolti, in una simbiosi fra cultura e oggetto, fra collezionista e visitatore.
Foto: Angelo Marra.
I motivi che lo hanno spinto alla creazione di un vero e proprio archivio di Napoli sono da ricercare nella sua infanzia. Il primo contatto fu con il Museo Duca Di Martina in Villa Floridiana, istituzione culturale con una ricca collezione, a cui faranno seguito la scoperta di altri luoghi: giardini, palazzi, chiostri, chiese e musei. Nacque così, un desiderio incessante di conoscenza e di culto della bellezza, una ricerca delle proprie origini e della Napoli antica, attraverso una costante comparazione fra fonti letterarie e fonti documentarie.
Foto: Angelo Marra.
Nel pieno della maturità Bonelli intuisce che Napoli vive un momento particolare della sua storia: è la città delle contraddizioni, dove il bene e il male, la bellezza e il degrado convivono. In qualità di giornalista, iniziò a scrivere articoli raccontando una metropoli diversa, positiva e propositiva. Una proficua e lodevole attività giornalistica lo porta a collaborare con diverse testate, da “Napoli Notte” al “Roma”, fino ad essere il corrispondente degli eventi dell’area al nord di Napoli per il giornale “Il Mattino”.
Foto: Angelo Marra.
Le “ricerche sul campo” per la carta stampata generarono nuovi stimoli e nuove consapevolezze. Bisognava osservare la città da una prospettiva diversa, senza nessuna base pregiudiziale. Geniale e lungimirante è la creazione di un museo con un taglio antropologico, un contenitore dall’approccio multidisciplinare, in cui tracce e testimonianze dedicate a Napoli riportano in auge la cultura e le eccellenze partenopee del passato. Biglietti del tram a cavallo, carte napoletane del 1880 e tanti altri oggetti sono i singoli tasselli di un grande mosaico, di cui Bonelli ne è il principale artefice.
Foto: Angelo Marra.
Ma cosa contiene la “Collezione Bonelli”?
La collezione è divisa in venti aree tematiche, fra cui Trasporti, Commercio, Enogastronomia, Autografi, Giornalismo, Istruzione, Spettacolo, Filatelica, Religione, Emigrazione, Politica, Giochi, Igiene e Farmacopea. Conserva documenti economici e finanziari di grande importanza, testimonianze del Banco di Napoli della sede centrale di via Toledo. Progetti che riguardano l’urbanistica e i trasporti: la realizzazione della funicolare centrale, del teatro Augusteo e della stazione centrale ad opera dell’ingegnere Pieluigi Nervi; del primo locomotore del 1846 in Italia, realizzato nelle storiche officine Pietrarsa. Interessante è il contratto del 1832 di un pozzaro, o meglio o’ munaciello, una delle leggende di Napoli. Dai documenti cartacei si passa alle testimonianze materiali: alcune bottiglie dei primi anni del Novecento di antichi birrifici locali, quali la Birra “Napoli” e “Partenope” che rievocano i fasti dell’attività industriale in città, fino ad arrivare ad uno dei primi bidet dell’Ottocento.
Foto: Angelo Marra.
La collezione racchiude una tale quantità di documenti e oggetti, riconosciuta dai politici e dalle istituzioni, che è possibile realizzare un vero e proprio museo. Attualmente tutto questo materiale è stato trasferito dalla abitazione di Bonelli, a Marano di Napoli, alla “Casa dello Scugnizzo“, grazie al presidente Antonio Lanzaro, che da subito manifestò la sua disponibilità. Così il 12 ottobre 2017 è stata inaugurato l’ “Archivio Bonelli”, nel quartiere Materdei, a Napoli. Questa nuova location offre la possibilità ai fruitori di scoprire una realtà molto interessante sia dal punto di vista sociale che culturale, polo di attrazione dell’intero quartiere.
Foto: Angelo Marra
Gaetano Bonelli con questo patrimonio restituisce a Napoli tracce di una città a molti poco nota o sconosciuta. Non mancano, però, una serie di difficoltà nella gestione di questo vasto patrimonio. È importante ampliare lo spazio espositivo per realizzare mostre tematiche ogni tre o quattro mesi, per ciascuna area tematica, pianificare eventi culturali e collaborazioni con musei e istituzioni.
Foto: Angelo Marra.
Quest’anno la Collezione Bonelli è alla sua prima partecipazione al “Maggio dei Monumenti”, un traguardo atteso e meritato?